In cinque settori strategici “dell’eccellenza italiana, vale a dire automotive, alimentare, moda, ospitalità, design, serviranno oltre 236mila “talenti”, il 70% dei quali sono figure con competenze tecnico-professionali”.
Offerta scolastica carente
A scriverlo Il Sole 24 Ore dei primi di maggio che, diffondendo queste opportunità di lavoro, in una Nazione che ha un tasso di disoccupazione notevole (intorno al 30%, ossia ben sette punti in più rispetto alla media Ue al 23%, e con il 13% di Neet), punta il dito contro l’offerta scolastica praticata dal nostro sistema di istruzione.
Istituti tecnici sempre più disertati
Scrive infatti: “i ragazzi, in uscita dalle medie, che scelgono gli istituti tecnici sono appena il 30,7%; ai professionali si scende, addirittura, al 15%, e agli Its, a oggi l’unico canale formativo post diploma alternativo all’università, gli iscritti sono circa 13mila (una cifra davvero esigua se paragonata agli 880mila allievi delle Fachhochschule tedesche e ai 240mila studenti delle analoghe scuole tecniche francesi).
A ciò si aggiunga, che nei prossimi cinque anni, in tutto il mercato del lavoro entreranno solamente 665mila laureati, mentre ne servirebbero tra gli 800 e i 900mila, specie nelle materie “Stem” (cioè scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche.
Strade divise fra offerta e domanda di lavoro
Altro punto debolissimo del nostro sistema, ma nulla si fa per cambiare strada, è “l’elevato mismatch tra domanda e offerta di lavoro: a livello nazionale si calcola che circa il 30% dei candidati è introvabile. Tra i settori, più di un terzo delle entrate nella moda e nel legno sono considerate “difficili”, il 41,3% nella meccanica, il 26% nei beni per la casa e il tempo libero, il 18,4% nell’alimentare (oltre alle competenze tecniche specifiche, mancano le soft skills).
La formazione digitale
Inoltre, scrive sempre Il Sole, bisogna aggiungere “l’impatto della digital trasformation e dell’ecosostenibilità sul mondo dell’occupazione: da qui al 2023 verrà interessato da queste novità quasi il 30% dei lavoratori, e si stima che aziende e pubblica amministrazione ricercheranno circa 270-300mila addetti con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali o, comunque, connesse a Industria 4.0”.