Nell’epoca moderna, i no vax sono sempre esistiti. Anche prima del Covid. E in certi casi hanno prodotto delle certificazioni false per evitare sanzioni o esclusioni, come l’esclusione dalla scuola. È l’accusa che ha portato alla sbarra ben 19 genitori: il processo si è aperto lunedì 8 gennaio davanti al Tribunale monocratico di Rimini per dei fatti accaduti nel 2018.
La scoperta a seguito di una denuncia
Secondo gli inquirenti, attraverso la compiacenza di un medico di Pesaro, i genitori nel 2016 e anche l’anno successivo avrebbero ottenuto per i figli la certificazione di avvenuta somministrazione di vaccini obbligatori per l’iscrizione all’asilo nido o alle scuole d’infanzia.
Solo che l’Ausl ha poi scoperto, a seguito di una denuncia, che le vaccinazioni non erano mai state realmente eseguite.
Determinante il ruolo di un anziano medico
Le indagini dei carabinieri partirono nel maggio del 2018 per un richiamo vaccinale di una bambina. Ai medici dell’Ausl la mamma della piccola raccontò che per colpa del marito la figlia non aveva mai fatto le vaccinazioni e che, grazie ad un anziano medico, aveva ottenuto le certificazioni.
L’Ansa riporta che i genitori, quasi tutti residenti tra Montescudo Montecolombo, Gemmano e Riccione – difesi dagli avvocati Diego Pensalfini, Monica Castiglioni, Paola Zoli, Stefano Leardini e Isabella Gianpaoli – avrebbero versato al medico 100 euro per ogni certificato falso di avvenuta vaccinazione contro difterite, tetano e pertosse, o per prevenire morbillo, rosolia e varicella.
ilIl medico, allora ottantenne e poi deceduto, sembra che fosse un convinto no vax e nonostante l’l’inchiesta fosse stata aperta inizialmente con l’ipotesi di corruzione, sotto indagine per falso sono finiti i soli genitori.
La testimonianza dei Ris
L’8 gennaio davanti al giudice hanno testimoniato i carabinieri di Riccione che avviarono l’indagine nel 2018 e i militari dell’Arma del Reparto investigazioni scientifiche, i Ris, di Parma.
Gli specialisti hanno scoperto l’inganno utilizzando una metodologia per la ricerca di incisioni e di scrittura latente, hanno scoperto come la gran parte dei certificati di vaccinazione rilasciati dal medico di Pesaro fossero falsi.
Per capire che “piega” prenderà il processo sarà fondamentale capire quale posizione prenderanno gli avvocati dei genitori: ammetteranno, come sostiene l’accusa, che c’è stata una falsificazione dei certificati?
Cosa dice la norma
Cosa dice la normativa vigente sulle vaccinazioni obbligatorie per frequentare la scuola? Le vaccinazioni obbligatorie per i minori di età compresa tra zero e sedici anni e per i minori stranieri non accompagnati sono state approvate con il Decreto legge n. 73, del 7 giugno 2017, che ha introdotto Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, modificato dalla Legge di conversione 31 luglio 2017, n. 119.
Il Decreto vaccini ha portato il numero di vaccinazioni obbligatorie nell’infanzia e nell’adolescenza nel nostro Paese da quattro a dieci. L’obiettivo, in linea con quanto indicato dall’Oms, è quello di contrastare il progressivo calo delle vaccinazioni, sia obbligatorie che raccomandate, in atto dal 2013 che ha determinato una copertura vaccinale media nel nostro Paese al di sotto del 95%.
Come riferito dal ministero della Salute, “le vaccinazioni obbligatorie sono gratuite e devono tutte essere somministrate ai nati dal 2017. Per i nati dal 2001 al 2016 devono essere somministrate le vaccinazioni contenute nel calendario vaccinale nazionale vigente nell’anno di nascita (tutte tranne anti-varicella)”.
Il rispetto degli obblighi vaccinali diventa un requisito per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia (per i bambini da 0 a 6 anni), mentre dalla scuola primaria (scuola elementare) in poi i bambini e i ragazzi possono accedere comunque a scuola e fare gli esami, ma, in caso non siano stati rispettati gli obblighi, viene attivato dalla Asl un percorso di recupero della vaccinazione ed è possibile incorrere in sanzioni amministrative da 100 a 500 euro. Sono esonerati dall’obbligo i bambini e i ragazzi già immunizzati a seguito di malattia naturale, e i bambini che presentano specifiche condizioni cliniche che rappresentano una controindicazione permanente e/o temporanea alle vaccinazioni.