Pur di rinviare il trasferimento forzato, pare che sarebbero già arrivate nelle scuole moltissime richieste di aspettativa, congedi parentali, permessi straordinari con relativa certificazione medica, quando è richiesta.
A pochi giorni dalla chiusura delle assegnazioni provvisorie, scrive Il Corriere della Sera, regna ancora il caos nell’attribuzione delle cattedre, e molte aule rischiano di rimanere vuote, soprattutto al Nord.
«Dal 20 a punte del 40% di buchi. Ci sono 40 mila insegnanti in bilico. Anche se è difficile da quantificare, il fenomeno esiste: come non capire un professore che dovrebbe iniziare in Veneto ma sta aspettando la risposta per rimanere in Campania?»: così i sindacati.
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Sarebbero quasi 800 mila i professori che hanno fatto richiesta di mobilità — ci hanno provato in 200 mila, a trasferirsi — e che non è stata soddisfatta.
Di errori, lo stesso Miur lo ha ammesso, ce ne sono stati: tant’è vero che sta rimediando con le conciliazioni. Solo alla primaria, sono stati 3 mila gli accordi con i prof spediti a migliaia di chilometri pur avendo un punteggio più alto dei colleghi assegnati vicino casa. Ma ce ne sono molti altri che stanno cercando di far valere le proprie ragioni in tribunale. A questi bisogna aggiungere i professori destinati ad essere immessi in ruolo in regioni lontane da casa, che quest’anno potranno contare sull’assegnazione provvisoria anche occupando posti di sostegno: altri 20 mila
Ma i numeri reali si sapranno tra qualche giorno
Secondo la Cisl, su un totale di 18 mila posti messi a concorso, un terzo si rivelano non esistenti. A fronte di 1.378 cattedre bandite nel Lazio, 1.604 in Campania, 1.096 in Sicilia, ci sono zero posti disponibili.
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