Il prossimo 19 marzo sarà di scena la nuova mobilitazione internazionale promossa da Friday for Future; “i governi continuano a non mettere in pratica le azioni necessarie a contrastare la crisi climatica, e la salute, l’istruzione, sono lasciate da parte per i profitti di pochi” questo affermano, tra l’altro, nei loro comunicati denunciando anche come “l’Italia continua a erogare sussidi ai combustibili fossili”. Come è del tutto ovvio, tali mobilitazioni esplicitamente giovanili, trovano nella scuola il punto cardine di aggregazione e organizzazione e quindi devono coinvolgerci (e ci coinvolgono) come COBAS Scuola e come CESP (Centro Studi Scuola pubblica), la struttura culturale e sociale dei COBAS. In particolare il CESP, nella sua veste doppia di Centro studi ed ente di formazione riconosciuto, deve avere un ruolo centrale in relazione all’informazione e alla formazione relative alle tematiche ambientali in genere, di cui quelle climatiche rappresentano uno snodo centrale, seppur non esaustivo di tutti gli argomenti. Sintetizziamo le linee guida della nostra prospettiva sui problemi ambientali:
- Qualsiasi azione di contrasto alla crisi climatica e ambientale non può prescindere da una forte e radicale critica al modello economico e di relazioni produttive dominante. Deve essere chiaro che non è neppure ipotizzabile una uscita dalla crisi ambientale che non preveda un cambio drastico nell’organizzazione sociale, economica e produttiva attuale ed una uscita dal cosiddetto “mercato” e dalla logica del profitto.
- Occorre diffondere la consapevolezza che il nostro pianeta è un sistema chiuso, finito; di conseguenza il mito della crescita infinita risulta essere una follia. Si deve passare da una idea di sviluppo lineare senza limiti ad un concetto di sviluppo ed economia circolare, in particolare si deve uscire dalla logica che vede sviluppo e crescita come due concetti equivalenti.
- È necessario fare chiarezza rispetto all’impostazione complessiva della tematica ambientale. Esiste una visione ambientale che sembra scaricare sui singoli individui il peso e la responsabilità di quanto accade, con una particolare enfasi su una sorta di politically correct ambientale, risultando sostanzialmente assolutoria nei confronti dell’organizzazione sociale. Noi riteniamo che alcuni comportamenti individuali [come il riciclaggio dei rifiuti, i risparmi energetici e di risorse, il rispetto individuale dell’ambiente] siano sì importanti; ma che il maggior onere delle responsabilità comunque rimanga in carico ai macrosistemi industriali e dalle politiche nazionali e transnazionali. Va bene diffondere la “buone pratiche”, ma senza dimenticare la necessità imprescindibile di un cambio di paradigma di sviluppo e di società a livello generale.
- Intendiamo lavorare per sviluppare la “coscienza ecologica” delle persone, ma nell’ambito del quadro delineato nei punti precedenti. Il nostro approccio deve essere integrato collegando l’impostazione scientifica dei “limiti dello sviluppo” con quelli che si potrebbe definire come “i limiti strutturali del capitalismo”; mettendo in stretta relazione gli aspetti ambientali propriamente detti con quelli sociali, stabilendo senza dubbi che non vi può essere una “giustizia climatica” in assenza di una “giustizia sociale”.
- Tutto quanto sopra deve essere sviluppato rifiutando una tendenza al “catastrofismo” che, lungi dal creare coscienza diffusa, rischia al contrario di rinforzare l’assuefazione. Gli ultimi decenni hanno dimostrato che il gridare in maniera inconsulta alla catastrofe imminente, senza peraltro cogliere i veri nessi esistenti tra i diversi fattori, non ha smosso nulla e non ha fatto avanzare il movimento ecologista globale.
Queste sono, in estrema sintesi, le linee di attività che vorremmo sviluppare non solo all’interno delle scuole, ma nell’intera società. Lo faremo cercando connessioni e sinergie con tutte le strutture comitati ambientalisti con cui verremo in contatto; lo faremo soprattutto partendo dalle scuole dove ci proponiamo di sviluppare, utilizzando il CESP, convegni e seminari di formazione diretti sia al corpo docente che al corpo studentesco.
Alessandro Palmi CESP Ambiente
pubbliredazionale