L’attivazione dei percorsi formativi triennali di istruzione e formazione professionale per il momento rimane solo teorica: dei previsti 240 milioni di euro che il Governo avrebbe dovuto assegnare alle Regioni, attraverso la legge ad hoc approvata nell’agosto del 2008, sinora non vi è traccia. L’allarme è stato lanciato a Roma durante una conferenza tenuta il 26 febbraio nella sede della Confederazione nazionale formazione e aggiornamento professionale (Confap): al centro dei discorsi affrontati le difficoltà che ancora sussistono per la definitiva messa a regime dell`assolvimento dell`obbligo di istruzione.
“Siamo preoccupati – ha detto Attilio Bondone, Presidente Confap – per i ritardi che si susseguono nel portare a compimento questo disegno. Pur consapevoli degli sforzi enormi che l’attuale Governo sta compiendo per fronteggiare la grave crisi, gli Enti di formazione professionale confidano che venga trovata una soluzione anche per questi giovani che appartengono, a pieno titolo, al sistema educativo di istruzione e formazione”. Molto preoccupato anche l`assessore Silvia Costa, coordinatore degli assessori regionali all’istruzione. “L`esperienza dei percorsi triennali professionali tra scuola e formazione professionale, rivolti ai ragazzi tra i 14 e i 18 anni fuoriusciti dalla scuola o a grave rischio di abbandono e dispersione – ha detto Costa – rischia di avere una brusca interruzione proprio quando sono diventati ordinamentali. Infatti, a oggi, il Governo non ha stanziato i 240 milioni previsti per il loro finanziamento, cui le Regioni aggiungono significativi fondi regionali e comunitari”. In effetti, la legge, accolta favorevolmente dagli Enti di formazione professionale, prevede che il Governo contribuisca a dotare le Regioni di risorse economiche finalizzate all`attivazione dei. Un adeguato supporto economico, pari a 13 milioni di euro annui, è previsto anche per gli Enti nazionali perché mantengano,in linea con quanto previsto dalla Costituzione, il coordinamento di tutte le sedi nei territori per adeguare l’offerta ai livelli essenziali delle prestazioni. “Ma a tutt`oggi non c`è nessuna garanzia della disponibilità di tutte queste risorse, anche perché i 40 milioni del Ministero dell`istruzione non sono stati inseriti nel ‘decreto Milleproroghe’ per la contrarietà del Ministro dell’economia”, ha concluso Costa.