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Cgia: in 25 anni 3,5 milioni di Spa non hanno pagato 822,7 miliardi. L’evasione è un danno per lo stato sociale

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Secondo la Cgia di Mestre, che ha basato il suo studio sui dati dell’Agenzia delle entrate, in Italia a evadere il fisco sono, in particolare, i grandi contribuenti. In modo particolare, nel corso degli ultimi 25 anni, tra il 2000 e il 31 gennaio 2025, l’ammontare totale delle tasse, contributi, imposte, bollette, multe, non riscosse dal fisco o da altri enti ha raggiunto i 1.279,8 miliardi di euro. 

Di questa colossale somma, che coprirebbe quasi metà del nostro debito pubblico (che ha raggiunto complessivamente 2.980,5 miliardi), 822,7 miliardi (64,3%) sono dovuti a evasioni di Spa, Srl, consorzi, cooperative, etc, altri 300,4 miliardi (23,5%) sono da lavoratori dipendenti, pensionati e altri percettori di reddito,  mentre i rimanenti 156,7 miliardi (12,2%) sono riconducibili alle persone fisiche con attività economica come artigiani, commercianti, liberi professionisti. 

Dei 22,26 milioni di contribuenti con carichi residui, solo 2,86 milioni (12,8%) sono persone fisiche con attività economica (ditte individuali, società di persone, lavoratori autonomi), altri 3,47 milioni (15,6%) sono società di capitali e 15,93 milioni (71,6%) sono persone fisiche (lavoratori dipendenti, pensionati, etc).

Nonostante le grandi imprese con debiti fiscali non ancora onorati siano relativamente poche, presentano un carico residuo di 822,7 miliardi di euro. Le statistiche ufficiali indicano che in questi ultimi 25 anni solo 13 evasori su 100 hanno una partita Iva e il debito fiscale complessivo (156,7 miliardi) ha un’incidenza sul dato totale contenuto e pari al 12,2%. 

I punti più deboli di evasione sarebbero: le frodi IVA; uso improprio di crediti inesistenti e/o aiuti economici non dovuti; fittizia dichiarazione di residenza fiscale all’estero e occultamento di patrimoni al di fuori dei confini nazionali. 

Per quanto riguarda infine i mancati pagamenti di tasse e contributi, etc. in valore assoluto, la situazione più critica è in Lombardia con 259,3 miliardi di euro di debiti. Poi il Lazio (226,7 miliardi), la Campania (152,5 miliardi) e l’Emilia R. (87,9 miliardi). 

Riportiamo questi dati della Cgia di Mestre per ribadire che se ci fosse una più serrata lotta all’evasione fiscale, sfruttando in modo sempre più efficiente i dati riportati dall’Amministrazione fiscale, al fine di ottimizzare i controlli su fenomeni che, secondo le valutazioni dell’Agenzia delle Entrate, presentano elevati livelli di rischio, sicuramente si potrebbero avere stipendi più alti e maggiori investimenti nella scuola e sullo stato sociale più in generale.

Redazione

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