Categorie: Personale

Cgil: col blocco del contratto gli statali perdono 4.100 euro

In modo particolare i precari della p.a. a tempo determinato e i co.co.co, dice Cgil, nonostante “coprono lavori stabili senza i quali le amministrazioni pubbliche non andrebbero avanti” non hanno diritti. “Lavoratori precari per servizi duraturi e questa è la peculiarità del sistema pubblico rispetto a quello privato”.
Di qui la necessità, dice ancora Cgil “di mantenere il rapporto di lavoro anche oltre la scadenza ma nello stesso tempo occorre, come fece Prodi nel 2006-2007, individuare percorsi rispettosi dei principi costituzionali che però rendano duraturo questo rapporto di lavoro”.
Fino a oggi, continua Cgil, “abbiamo avuto gli stessi servizi pubblici con minor numero di persone e con molti rapporti di lavoro precari che alla loro scadenza determinano la chiusura dei servizi. Questo è inaccettabile e deve finire. Altrimenti si determinerà un doppio problema sociale, per i cittadini e per questi lavoratori”.
Occorre “con la massima urgenza costruire un percorso che riapra le assunzioni a tempo indeterminato con scelte mirate e che riveda lo sblocco dei contratti di lavoro a tempo determinato nonchè la chiusura di quell’obbrobrio giuridico rappresentato dai vincitori di concorso che non possono essere assunti. Ci saremmo aspettati che, con la stessa solerzia con cui il governo si è fatto carico del provvedimento del blocco dei contratti varato da Berlusconi nel 2011, avesse affrontato anche il tema dei precari che resta comunque, insieme al rinnovo dei contratti, l’obiettivo politico dell’autunno”. 

Cgil spiega inoltre che “nel 2010, con un’inflazione al 2,1%, si sono persi 50 euro al mese, nel 2011 con i prezzi al consumo al 3,2%, si sono persi 74 euro al mese e nel 2012 (inflazione al 2,2%) 52 euro. Quindi tra il 2010 e il 2012 si sono persi circa 3.000 euro”.
“Fino al 2013, se confermata l’inflazione al 2%, si perderebbero altri 600 euro (circa 50 euro al mese) per un totale di 3.600 euro. Nel 2014 (con i prezzi al consumo intorno all’1,6%), con la proroga del blocco degli stipendi, ipotizziamo altri 500 euro (35 euro al mese) e potremmo arrivare a 4.100 euro medie lorde”.
Ma Cgil dice pure che 150 mila precari della P.A. sono a rischio per causa dei contratti in scadenza a fine 2013.
E infatti Cgil ha spiegato come, per la maggior parte dei casi, si tratti di lavoratori che si occupano di servizi essenziali.

”Se non verranno rinnovati gli incarichi scoppierà un doppio problema sociale per il loro futuro, ma anche per i cittadini”
Se infatti, sottolinea Cgil, non dovessero essere varati provvedimenti ad hoc, chi ha il contratto in scadenza il 31 dicembre e ha superato i tre anni con proroga, dovrà andare a casa, lasciando scoperti servizi stabili della Pubblica amministrazione.

Per Cgil allora il governo deve intervenire “con la stessa solerzia con cui ha prorogato il blocco dei contratti e degli scatti di stipendio”.

Nel settore pubblico i contratti a tempo determinato considerati a partire dal 2011 sono 86.467. Esposti all’identico rischio anche i co.co.co.(42.409) e, seppur in misura minore, i lavoratori interinali (9.346) e per addetti a lavori socialmente utili (17.998).


Pasquale Almirante

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