Secondo il segretario regionale della Cgil del Friuli Venezia Giulia, aprendo il seminario sull’autonomia differenziata a Udine, il percorso di attuazione delineato dal disegno di legge Calderoli rafforza il rischio di un nuovo regionalismo su misura delle regioni ricche e di un allargamento insostenibile degli attuali divari, territoriali, sociali ed economici.
Ha infatti sostenuto: “Siamo di fronte a una visione delle autonomie regionali dove non sono i diritti ad essere assicurati, ma sono le funzioni a essere trasferite. È in quest’ottica che si rende palese il rischio di un’attuazione dell’autonomia differenziata in violazione dei principi supremi della nostra Costituzione”.
In mod particolare, riportano le agenzie, il sindacalista si è scagliato contro il rischio di frantumazione delle politiche unitarie sulla scuola, il mancato legame tra i Lep e i Lea sociosanitari, la possibilità che finiscano in mano alle regioni competenze per le strategie di politica economica nel Paese.
“Questo ddl – secondo il sindacato- mette in discussione l’unitarietà delle politiche pubbliche e il sistema universale di welfare” e “permette di devolvere alle Regioni anche temi di valenza strategica come le politiche dell’energia, degli investimenti infrastrutturali, la gestione di porti e aeroporti, che farebbero venir meno la possibilità di un governo unitario delle politiche economiche e industriali”.
“Un’idea neocentralista che marginalizza la vera dimensione di prossimità amministrativa”.