Alla vigilia dell’avvio delle rilevazioni degli apprendimenti degli alunni, la Flc Cgil esce con un comunicato che non lascia spazio ad equivoci.
E adesso a mettere in discussione le prove Invalsi non sono soltanto i sindacati di base e i Cobas in particolare, che da anni – meticolosamente e puntualmente – promuovono lo sciopero del comparto scuola proprio in concomitanza con i giorni delle prove stesse.
Anche la Flc-Cgil di Mimmo Pantaleo ha deciso di ribadire chiaramente la propria posizione che sembra quest’anno ancora più netta rispetto a quella del passato.
Intanto la Flc chiede nuovamente che i test Invalsi vengano eliminati dalle prove conclusive dell’esame di Stato di terza media.
Ma c’è anche la richiesta di sospendere la rilevazione nelle altre classi di primaria e di secondaria di secondo grado.
Per la precisione la Flc chiede “la sospensione delle loro somministrazione [delle prove Invalsi, ndr] per un arco di tempo predeterminato”, anche se è del tutto evidente che sarebbe comunque del tutto impossibile, a questo punto, bloccare la rilevazione che inizia appunto domani 4 maggio.
Il sindacato di Pantaleo ricorda anche che già da tempo ha segnalato al Garante della Privacy l’anomalia legata alla diffusione dei dati delle rilevazioni attraverso i “Rapporti di autovalutazione” delle singole scuole: dai risultati delle prove – sostiene il sindacato – si può facilmente risalire ai nomi dei docenti e questo potrebbe determinare indebite valutazioni sul loro operato.
In realtà la legge n. 15 del 2009 (la legge dalla quale deriva il cd decreto Brunetta) contiene una deroga esplicita alle norme sulla privacy: “Le notizie concernenti lo svolgimento delle prestazioni di chiunque sia addetto ad una funzione pubblica e la relativa valutazione non sono oggetto di protezione della riservatezza personale”.
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