Inizia male, anzi malissimo il confronto fra sindacati e Governo sulla questione del pubblico impiego.
L’incontro in programma per il 28 maggio fra il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta e i vertici delle confederazioni si è concluso con l’abbandono del tavolo da parte di Cgil, mentre la RdB-Cub non ha neppure partecipato.
Il Ministro aveva convocato la riunione con lo scopo di presentare ai sindacati un “Piano industriale per il settore pubblico”: scontata, a quel punto, l’assenza del sindacato di base della CUB che ha polemizzato proprio sulla terminologia utilizzata da Brunetta (“l’espressione – ha dichiarato Paola Palmieri della direzione nazionale – la dice lunga sulla visione del ministro Brunetta, che equipara l’alta funzione di produzione del welfare ad una qualunque fabbrica di manufatti”).
Cgil si è presentata all’incontro ma se n’è andata poco dopo lasciando fra le mani del Ministro un duro comunicato con cui si contesta in particolar modo la decisione di Renato Brunetta di accettare al tavolo un solo rappresentante per ogni sigla sindacale.
Altrettanto pesante è il commento di Enrico Panini, segretario nazionale di Cgil-Flc, che rivendica un serrato confronto sindacale prima che il piano di Brunetta venga sottoposto all’esame del Parlamento per essere trasformato in legge.
Ma Panini coglie anche l’occasione per chiedere che il Governo provveda subito ad inviare all’Aran gli atti di indirizzo per i contratti del biennio 2006 -2007 non ancora aperti.
E poi ci sono anche diverse contrattazioni in corso (accademie e conservatori, ricerca, università) relative sempre al biennio 2006/2007 che procedono troppo lentamente.
Per non parlare delle risorse per il biennio contrattuale 2008-2009 che neppure sono previste dalla attuale legge finanziaria.
Nonostante la bufera, il ministro Brunetta non si scompone troppo e sottolinea che l’inefficienza della pubblica amministrazione “è la palla al piede del Paese” e aggiunge che sul piano di modernizzazione della pubblica amministrazione la stragrande maggioranza degli italiani (“il 95%” puntualizza il Ministro) la pensa proprio come lui.
Intanto decine di migliaia di precari continuano ad essere in attesa di notizie sul loro futuro.
Ed è di queste ore la notizia secondo cui il ministro dell’Economia Tremonti starebbe pensando ad anticipare in gran parte la legge finanziaria del 2009 con un provvedimento straordinario da approvarsi prima della pausa estiva: si parla di nuovi sacrifici per la scuola e in particolare di una ulteriore stretta sulle nomine dei supplenti. In questo quadro diventa sempre più difficile pensare ad una consistente immissione in ruolo di precari. Le 20-25mila assunzioni “offerte” da Padoa Schioppa a fine marzo potrebbero essere oggi un vero e proprio miraggio. E forse i sindacati si stanno chiedendo se non sarebbe stato meglio due mesi fa accettare la proposta di Padoa Schioppa; ma questi sono ragionamenti fatti con il senno di poi: se a fine marzo i sindacati si fossero “accontentati” di 20-25 mila posti le proteste dei precari si sarebbero fatte sentire.