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Charter Schools in Usa. E se arrivassero anche in Italia?

Negli USA le scuole charter, scrive la Voce di New York,  sono uno dei tentativi di rinnovamento del sistema d’istruzione statale, esistono dal 1992 e sono  gestite con fondi pubblici ma operano in modo autonomo da quelle statali. Oggi, secondo i dati del 2015, quasi tre milioni di studenti sono iscritti nelle sei mila e settecento scuole charter sparse in 46 Stati della Nazione.

“Le charter schools sono scuole che stipulano un contratto (charter) con un ente o istituzione pubblica che dà loro il diritto di ricevere fondi pubblici in cambio del rispetto degli impegni assunti nel contratto stesso, che può essere revocato se vengono meno agli impegni previsti. Le scuole possono iscrivere gli studenti indipendentemente dalla zona di residenza e questo le distingue dalle scuole pubbliche tradizionali, che hanno la responsabilità della formazione degli studenti che vivono in un particolare distretto. Le charter schools non sono gestite dallo stato come le altre scuole pubbliche ma da organizzazioni senza fini di lucro o anche a fini di lucro, pur ricevendo la maggior parte dei fondi dallo Stato o dal distretto”

 

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Il termine “charter” è usato per casi speciali e significa concessione di autorità o diritti, mentre per aprire una scuola charter basta fare domanda e chiunque può farlo, ma deve amministrarla in modo da garantire il successo per tutti gli studenti. Negli Stati Uniti si parte dall’ipotesi che gli insegnanti possono essere in grado di gestire la scuola in modo autonomo, costruttivo, e produttivo, senza le burocrazie dello Stato, anche se la scuola riceve finanziamenti pubblici ma funziona come una privata.

Specializzate in scienze, matematica o arte, hanno un forte coinvolgimento dei genitori, i quali, con le loro prestazioni, aiutano a condurre la scuola in modo efficace, ma il numero degli studenti iscritti non deve mai superare 200-300 unità al massimo.

L’ingresso è aperto a tutti i bambini, inclusi quelli con esigenze speciali, studenti provenienti da famiglie a basso reddito, di colore, e non di lingua inglese.

Ogni cinque anni le scuole charter sono soggette a controlli che determinano se la scuola continuerà a funzionare oppure se sarà chiusa. Operare con maggiore autonomia non significa esercitare senza essere tenuti responsabili dallo Stato sulle prestazioni e l’apprendimento degli studenti.

Queste scuole hanno potere perché milionari come Bill Gates donano fondi alle scuole charter e uno degli eredi di Wal-Mart ha annunciato che spenderà $ 1 miliardo nei prossimi cinque anni per migliorare l’istruzione pubblica sostenendo nuove scuole charter e aiutando programmi già installati e funzionanti.

Le  “charter schools” sono dunque scuole pubbliche e non private o paritarie, funzionano con soldi pubblici e sono state concepite a seguito di una scommessa sulla capacità degli insegnanti a prendersi in mano il destino delle loro scuole e dei loro studenti in cambio di autonomia da regolamenti e programmi governati dal sistema scolastico statale.

Sulla loro effettiva efficacia però, dopo 24 anni, permangono moti dubbi.

Pasquale Almirante

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