Ieri (13 maggio) Open AI ha presentato dGPT-4o, una versione migliorata del modello Gpt-4 che viene rilasciata gratuitamente a tutti e non solo a agli abbonati della versione 4.
Andando alla pagina di presentazione (https://openai.com/index/hello-gpt-4o/) possiamo immediatamente comprendere che si tratta di una sorta di rivoluzione. L’utente può infatti condividere con il chatbot anche immagini e audio oltre al semplice testo.
Il chatbot ha poi una rapidissima velocità di reazione che permette conversazioni naturali tra uomo e macchina. Secondo OpenAI si ha infatti risposta a input audio in appena 232 millisecondi, con una media di 320 millisecondi, avvicinandosi quindi ai tempi di reazione umani in una conversazione.
E’ inoltre possibile caricare video e chiedere informazioni sul loro contenuto.
Si capisce così i significato della lettera “o” che segue il 4 di chatGPT. Non si tratta di uno zero a identificare i numero della versione ma va letta come o “omnis”, “tutto” in latino- e fa riferimento alla multimedialità. Infatti Gpt-4o, a differenza dei modelli precedenti, è in grado di accettare come input qualsiasi combinazione di testo, audio e immagine, generando a sua volta output in tutti e tre i formati. Multimedialità, appunto.
In sostanza il chatboot diventa il proprio assistente virtuale.
Cosa che avrà una ricaduta enorme nel campo educativo come si buon vedere, ad esempio, dal video realizzato da Khan Academy per evidenziare come funziona il tutoraggio “in diretta” da parte da Gpt-4o
Gpt-4o permetterà inoltre a ChatGpt di riconoscere le emozioni nella voce dell’utente, generando in questo modo risposte con toni adeguati.
Come si può ben capire questo ulteriore passo di Open AI rende già superate molte altre app di intelligenza artificiale. Fra queste, ad esempio, quelle dedicate solo alla traduzione automatica ma anche tutte le app che iniziavano a circolare sul mercato presentandosi come app di tutoraggio per studenti.
Un passa in avanti davvero impressionante. Ora tocca al mondo dell’educazione, agli insegnanti, fare i conti con la nuova proposta e chiarire il proprio ruolo che certo non viene meno, ma deve cambiare.
Su questi argomenti il corso Intelligenza artificiale al servizio dei docenti, a cura di Ivano Stella, in programma dal 28 maggio.
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