A lungo abbiamo parlato della correlazione tra IA e scuola. Nonostante il ministero dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha sempre sostenuto di non temere l’intelligenza artificiale perché i docenti non si possono sostituire, nasce adesso la preoccupazione per gli esami di stato di primo e secondo grado.
Da un sondaggio condotto da skuola.net su un gruppo di 1.000 studenti, tra maturandi e “licenziandi” di terza media, 1 maturando su 6, infatti, potrebbe ricorrere a questo aiutino durante le prove scritte: il 12% dice che proverebbe a farlo solo in casi di emergenza estrema, mentre il 5% sta già pianificando la strategia.
E per quanto riguarda il pre esame, oltre 2 maturandi su 5 non escludono di far “lavorare” l’IA evitando così di perdere tempo su libri e appunti: il 29% lo farà solo in caso di necessità estrema, mentre il 9% del campione utilizzerà per certo ChatGPT durante le sessioni di studio e ripasso.
Sulla questione delle prove orali, circa 3 su 4 useranno l’intelligenza artificiale per ripassare gli argomenti principali dei programmi, per assemblare la relazione del PCTO o per creare dei percorsi multidisciplinari personalizzati. Il restante quarto è, invece, più propenso a usarlo per approcciarsi meglio allo scritto di italiano (16%) oppure a quello “di indirizzo” (10%).
Per quanto riguarda gli studenti che si apprestano ad affrontare gli esami finali del percorso della secondaria di primo grado, circa 2 su 5 stanno prendendo in seria considerazione l’ipotesi di ricorrere a ChatGPT (e simili) per il ripasso: il 12% lo farà sicuramente, il 29% terrà questa opzione come scialuppa di salvataggio. E in tantissimi – quasi 1 su 4 – potrebbero sfruttarlo per preparare uno degli elementi chiave dell’esame di terza media: la tesina da presentare all’orale.
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