I nativi digitali hanno pienamente dimestichezza con tutto quello che riguarda il mondo del web. Gli studenti sanno bene come effettuare un approfondimento sui motori di ricerca, a partire dalla semplice ricerca su una tematica in particolare fino alla traduzione di una versione di latino o greco. Durante gli ultimi mesi del 2022 un nuovo software ha catturato l’attenzione di esperti del digital e non solo: ChatGPT. Di cosa si tratta?
Si tratta di un nuovo modello di Generative Pretrained Transformer di OpenAI che, in poche parole, permette di ottimizzare l’interazione degli utenti (umani) con l’intelligenza artificiale. Ad esempio, se si chiede a ChatGPT di spiegare il Teorema di Pitagora o di parlare dei Promessi Sposi e più in particolare dell’Addio ai monti la risposta completa arriva nel giro di qualche secondo. Essendo AI, ponendo la stessa domanda, la risposta non è formulata allo stesso modo.
Ecco alcuni esempi. Da notare che non è oro tutto ciò che luccica.
Come riportano i colleghi di Will_ita, molti studenti hanno iniziato a digitare i temi richiesti dai professori per poter copiare e consegnare il compito. Parliamo del caso di un prof universitario, Darren Hudson Hick, che ha scoperto come una sua studentessa abbia utilizzato ChatGPT per la stesura del tema proposto sul paradosso dell’orrore di Hume. Come ha fatto il professore ad accorgersene? Come da lui stesso dichiarato in un post su Facebook: “Il primo indicatore che mi ha fatto notare che c’era qualcosa di strano è stato il fatto che, nonostante la coerenza sintattica del saggio, il testo non aveva senso. Il saggio descriveva con sicurezza e approfondimento le opinioni di Hume sul paradosso dell’orrore in un modo che era completamente sbagliato”.
Ma come ha capito Hudson Hick che si trattava proprio di una risposta di una chatbot? Lo stesso team che ha sviluppato ChatGPT ha anche sviluppato un rilevatore GPT che usa gli stessi metodi che ChatGPT usa per produrre risposte per analizzare il testo per determinare la probabilità che sia stato prodotto utilizzando la tecnologia GPT logy.
Se da un lato questo metodo di “copia e incolla” potrebbe ridurre il tempo di studio per gli studenti, dall’altro presuppone una revisione da parte degli stessi, al fine di non essere “scoperti” dal professore, che non può avvenire senza aver studiato completamente. Ciò presuppone che il docente dovrebbe, adesso, avere un compito in più: capire se quel dato compito è frutto del lavoro indipendente dello studente o dell’intelligenza artificiale. Come ne uscirà la scuola? Ai posteri l’ardua sentenza.
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