La traduzione letterale ci dice che l’anglosassone ‘smart’ equivale all’italiano ‘intelligente’ che per le città si traduce in un approccio moderno alla gestione urbana che aspira ad essere socialmente inclusiva al fine di migliorare la qualità di vita dei cittadini.
L’Unione europea punta forte sulle città ‘smart’, ne sono prove tangibili il Patto dei sindaci, il Piano strategico per le tecnologie, and Communities e and Communities European Innovation Partnership.
L’Italia, seppur con qualche ritardo, prova a rispondere. I provvedimenti più recenti riguardano i bandi del ministero dell’Istruzione (finanziati circa 920milioni di euro), il Piano Città (2mld di euro circa) e l’Osservatorio nazionale dell’Anci che punta a diventare capofila tra i Comuni per un’azione sistemica e coordinata. Inoltre cominciano a prendere piede giornate di studio e approfondimento come il recente Smart City Exhibition 2012 che a Bologna ha scattato, tra l’altro, la fotografia sul livello ‘smart’ dei capoluoghi di provincia italiani.
L’intento di questo speciale sulle smart city propone quindi una panoramica su ciò che accade in Italia ma non solo. Dalle città all’avanguardia nel nostro Paese (Bologna, Reggio Emilia, Modena, Bari, Venezia, Pisa, Pavia, Torino) si arriva allo scenario europeo con le eccellenze di Helsinki, Barcellona, Vienna. Uno sguardo poi a quanto che accade nel resto del mondo dove spicca la sfida di Masdar City, la città ‘nuova’ icona e modello delle moderne città sostenibili.
Si calcola che un’Italia più ‘smart’ vale fino a 10 punti di Pil in più. Per ottenere questo risultato il nostro Paese dovrà investire in maniera massiccia: da qui al 2030, 22 miliardi di euro l’anno. Un obiettivo apparentemente irraggiungibile, tuttavia qualcosa si muove. Resta da vedere se chi è deputato a prendere le decisioni strategiche riuscirà a cogliere l’enorme opportunità (di benessere della comunità e crescita economica) offerta dalle città ‘intelligenti’
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