I lettori ci scrivono

Che cosa valuta chi valuta?

Non posso che apprezzare (lo apprendo dal vostro sito) l’attenzione di alcuni genitori nei confronti della scuola e dei docenti. Ogni opinione o proposta non può che essere (quasi sempre) valida per migliorare un’Istituzione così rilevante per l’intera società.
Allo stesso modo condivido il ruolo fondamentale che viene attribuito alla scuola, “uno dei luoghi in cui lo Stato si prende cura dei cittadini”.
Sì, è così. La scuola ha una imprescindibile funzione educativa e sociale, spesso si deve sostituire (in tutto o in parte) alla famiglia, quando i genitori, per varie ragioni, non riescono a gestire né a relazionarsi con i loro figli, a volte si trasforma in un ‘parcheggio’ per i bambini (ragazzi), in attesa che i ‘parenti’ (dopo aver portato a termine i loro mille impegni importantissimi) vengano a prenderli, certamente tutela il diritto dei bambini (ragazzi) ad essere come tutti gli altri con le stesse possibilità, offrendo loro un ambiente diverso da quello che hanno in casa (e non di rado lo scenario familiare è assai deleterio per i ragazzi).
Giusto e condivisibile, dunque, che i genitori si facciano sentire e diano il loro contributo ad ottimizzare l’azione informativa e formativa della scuola. Qualche perplessità sorge quando si sentono in diritto di valutare i docenti (“tutti veniamo valutati”) e di agire vigorosamente per fare in modo che tutto non resti cristallizzato al Novecento. Precisiamo subito che la scuola di oggi non è (inevitabilmente e direi anche purtroppo) ferma al Novecento e affermiamo senza esitazione che il dialogo con i genitori, l’ascolto, i suggerimenti fanno parte delle dinamiche scolastiche e possono anche rivelarsi efficaci per un miglioramento complessivo del sistema educativo.
Ma valutare ‘ufficialmente’ i docenti sembra francamente eccessivo anche perché l’Amministrazione scolastica opera già, seppure con giusta discrezione e dovuta cautela, in questo senso.
Con discrezione e cautela, certo, perché il lavoro del docente è ‘particolare’ e più difficile (forse quasi impossibile) da valutare rispetto ad altri (direi quasi a tutti gli altri) lavori.
Quali parametri si devono prendere in esame e con quale priorità (competenze cognitive, relazionali, emotive)? Per alcune tipologie di scuole sono forse importanti alcuni criteri di valutazione, per altre i criteri cambiano.
Del resto le scuole primarie e quelle secondarie hanno utenze, metodi, e obiettivi diversi. E poi i genitori sono all’altezza di valutare, hanno le conoscenze, le competenze e le capacità per farlo?
In base alla mia lunga esperienza ben pochi sono in possesso dei requisiti per valutare una scuola o un docente (ovviamente ci stiamo riferendo a situazione ‘normali’, senza gravi scandali o importanti disfunzionamenti). Le lamentele (e le valutazioni) dei genitori sono spesso ‘istintuali’ o provocate dall’andamento scolastico assai mediocre dei figli o, ancora peggio, indotte dalle critiche e dalla ‘fantasia’ dei figli, che i genitori sono portati, oggi, a considerare verità assoluta.
No, ognuno deve stare al proprio posto. E’ doveroso e produttivo ascoltare, accettare e cercare di mettere in atto tutti i consigli dei genitori, m fermiamoci qui.
Pagare le tasse (tutti, più o meno, pagano le tasse) non li autorizza certo a valutare e giudicare con potere vincolante i docenti dei loro figli. Ricordiamoci. I docenti non sono al servizio delle famiglie (chi pensa questo sbaglia e nuoce gravemente alla scuola), sono al servizio della Stato, a Lui devono rispondere, principalmente, del loro operare e devono agire per il bene dello Stato, formato da tutti i cittadini (certamente anche dai genitori degli alunni e dagli alunni stessi).

La presenza e la collaborazione dei genitori nella scuola è, dunque, imprescindibile e indispensabile, con un ruolo preciso e un compito definito (non sullo steso piano del docente però, sia ben chiaro) ma non deve mai elevarsi a vincolante valutazione e costrittivo giudizio (fosse anche positivo) dei docenti. Ciò potrebbe addirittura compromettere la libertà di insegnamento dei docenti stessi. In realtà quanto vale un professore lo sapremo da quanto si realizzerà l’alunno negli anni venire.

Gli effetti dei docenti sugli allievi si rivelano anni e anni dopo, non subito. Del resto lo si poteva prevedere.
Il ‘capolavoro’ (lo sbaglio) del Ministero dell’istruzione e del merito che, sostanzialmente, ha legato la conferma degli insegnanti di sostegno alla volontà dei genitori (previa scontata autorizzazione del dirigente scolastico) ha fatto crescere (sospettiamo) nei genitori, il desiderio e la certezza di dover avere più forza, più ‘voce in capitolo’ e più potere nella formazione dei loro ragazzi e la necessità, quindi, di lottare per conquistarli.
Oggi hanno ottenuto la possibilità di valutare e confermare o meno i docenti di sostegno (non di ruolo spero) e domani (un domani magari ‘vicino’)? Otterranno potere decisionale (insieme al Dirigente scolastico) di confermare tutti i docenti di sostegno (anche quelli di ruolo) nella scuola dei loro figli? Andiamo oltre, riusciranno ad avere ugual autorità anche nei confronti dei docenti delle varie materie? Il loro parere (‘placet’, ‘non placet’) sarà decisivo per confermare, assumere o, addirittura, licenziare. Ma in base a cosa? A valide motivazioni o a intuitivo sentimento? Non sovvertiamo l’ordine ‘naturale’ delle cose, non troppo velocemente almeno, i risultati potrebbero essere controproducenti. No, non penso si arriverà a tanto.
Sto esagerando. Il mio pensiero è troppo pessimista.
Certo però dal Potere, ormai, ci si può aspettare di tutto.

Andrea Ceriani

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