Auto blu, spese per beni e servizi, vera fonte di sprechi, e poi pasticci e clientelismo, mentre la questione chiave resterebbe il pubblico impiego, la sua mobilità da trasformare in obbligatoria e anche il loro numero, visto che, nonostante la riduzione di duecentomila unità, gli impiegati sono ancora tre milioni e 200 mila. È necessario dunque affrontare la questione più spinosa: il perimetro stesso della spesa e dei servizi pubblici.
Una cosa è certa, sottolinea Linkiesta: dopo la strigliata di Olli Rehn e della commissione Ue, non c’è tempo da perdere: per ridurre il rapporto tra debito e prodotto lordo, bisogna agire sia sul numeratore sia sul denominatore, quindi tagliare, tagliare e tagliare ancora la spesa pubblica per rilanciare la domanda interna. Altrimenti il governo sarà costretto a una stangata.
La spending review, insomma, non basterà, nonostante non si sappia che cosa abbia combinato questa schiera di saggi che s’arrovella ormai da ben sei mesi sul che fare?