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Che fine fanno i soldi pubblici? Dal 2015 la risposta arriverà on line

Il Governo prova rendere trasparenti le spese della pubblica amministrazione. Lo fa attivando il sito internet soldipubblici.gov.it: il varo è arrivato qualche giorno prima di Natale. Con tanto di promozione del premier Matteo Renzi.

“Il sito è un impegno mantenuto di questo 2014. Per un’Italia semplice e trasparente”. Così il presidente del Consiglio ha presentato su Twitter il portale del Governo che pubblica on line le spese dell’Amministrazione.

Per sapere cosa offre il sito internet, siamo andati a provarlo. E a leggere cosa c’è scritto nella sua presentazione. “Digitando, ad esempio, ‘pennarelli’ – riporta il sito web ministeriale – il sistema visualizzerà la codifica gestionale 1341, relativa a “Cancelleria e materiale informatico e tecnico”, la più probabile a ricomprendere il termine cercato. Ma spesso le codifiche proposte possono essere più di una. Digitando “personale” i risultati ottenuti saranno 10, ad indicare i diversi dettagli nei quali si articolano i pagamenti. Le voci da approfondire, con il tasto “+” si aggiungono a un’area di selezione e, per ciascuna di esse, è possibile visualizzare una serie di informazioni utili ad analizzare il dato nel suo contesto”.

Al momento, tuttavia, sono presenti solo le macro-spese dei vari enti pubblici coinvolti. “Entro qualche settimana – ha rassicurato Renzi, – arrivano anche i dati di tutti i ministri: facciamo trasparenza piena, totale, senza trucchi”.
“Come avevamo promesso – ha proseguito il presidente del Consiglio – vogliamo mettere tutte le spese on line, perché contro la corruzione non c’è miglior strumento della trasparenza, del monitoraggio e del controllo dei cittadini”.

“Vedere quanti soldi sono stati spesi per la refezione dei propri figli a scuola, o quanto è costata la piazza appena riqualificata, o più semplicemente quanto è stato speso in carta nel proprio Comune, dà alle persone uno strumento pazzesco di pressione nei confronti della PA per dare conto di cosa si è fatto con i nostri soldi e per chiedere servizi migliori”.

 

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“In fondo – conclude Renzi – la trasparenza è il modo più incisivo per educare i nostri politici ad essere buoni amministratori. È il modo con il quale si fa davvero la spending review”.

I propositi sono buoni. La realizzazione del progetto, tuttavia, sembra ancora alla fase embrionale: se si cercano informazioni sulle mense scolastiche, ad esempio, appaiono solo dei numeri sulla spesa complessiva che un Comune o una Regione hanno affrontato. E qualche grafico a supporto. La trasparenza, invocata da Renzi, è francamente un’altra cosa. Prima di dare un giudizio definitivo, però, aspettiamo qualche settimana.

 

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Alessandro Giuliani

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