Nei giorni scorsi, La Tecnica della Scuola ha lanciato un’iniziativa, Dillo al Ministro, per chiedere ai propri lettori di avanzare delle proposte concrete al ministro Valditara per migliorare la scuola.
Tra i temi evidenziati, ce n’è uno che è sempre attuale: la carriera del docente. Si tratta di una questione che esiste da almeno un quarto di secolo, ma che non ha mai avuto una vera e propria soluzione.
Negli anni ’90, l’allora ministro Enrico Berlinguer aveva provato ad avanzare una proposta in tal senso, ipotizzando di assegnare aumenti stipendiali attraverso un’apposita procedura concorsuale (anche con l’appoggio delle organizzazioni sindacali). Ma dopo le diverse proteste di piazza, il ministro fu costretto a lasciare Viale Trastevere.
Ovviamente, da quel momento i sindacati si sono ben guardati di appoggiare qualsiasi proposta in tale direzione, ma ciò non ha mai escluso che esiste una fetta di docenti interessanti a una “premialità”.
Dai dati raccolti dalla nostra rivista specializzata, i lettori hanno espresso idee chiare e concrete. Secondo alcuni, infatti, si dovrebbe rafforzare il riconoscimento professionale per i docenti che svolgono attività di coordinamento e gestione all’interno delle scuole. Altri propongono di riconoscere nel prossimo CCNL 2024/2026 il middle management per i docenti tutor dell’orientamento e per il docente orientatore, sia sotto il profilo giuridico sia sotto il profilo economico.
“I tutor – scrive per esempio un lettore – aiutano gli studenti ad acquisire consapevolezza delle proprie potenzialità supportando le famiglie nei momenti di scelta dei percorsi formativi e/o professionali degli studenti stessi, mentre gli orientatori favoriscono l’incontro tra le competenze degli studenti, l’offerta formativa e la domanda di lavoro per consentire una scelta informata e consapevole del percorso di studio o professionale da intraprendere”.
“Un sistema moderno capace di fare più scuola per tutti – aggiunge un altro docente – deve prevedere la possibilità di una carriera docente per tutti che non lasci su un piano indifferenziato l’insegnante che svolge la sola attività didattica e chi, invece, assume anche un incarico nella governance scolastica per il funzionamento organizzativo e didattico a sostegno del complesso sistema qual è la scuola autonoma”.
Ci sono state anche delle proposte sulla figura del collaboratore. C’è chi parla di riconoscimento professionale dei collaboratori del dirigente scolastico, ma diversi lettori criticano le modalità con cui attualmente vengono individuali i collaboratori. Molti, infatti, chiedono il ritorno alle norme pre-autonomia quando i collaboratori venivano eletti dal collegio dei docenti. Un lettore segnala il tema del coordinatore di plesso nella scuola dell’infanzia e propone di sostituirlo con un vero e proprio referente pedagogico che abbia conseguito appositi titoli di studio.
E, infine, segnaliamo anche una proposta un po’ curiosa: una lettrice suggerisce di “predisporre percorsi di crescita professionale per i docenti di ogni ordine e grado scolastico senza però vincolare l’accesso al ruolo al titolo di studio posseduto”. E aggiunge: “Perché non effettuare un semplice test selettivo per formare graduatorie anche per i ruoli diversi dall’insegnamento nelle scuole? Spesso chi vorrebbe e potrebbe apportare un contributo non riesce ad accedere”.
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