Il disegno di legge per prevenire maltrattamenti e abusi in scuole dell’infanzia e asili nido facendo ricorso a videocamere di sorveglianza è stato depositato in Senato il 21 ottobre 2016.
Ma al momento, si sono perse letteralmente le tracce di tale disegno di legge. Eppure è stato acclamato da più parti, voluto fortemente proprio da molte coalizioni politiche.
Le ultime notizie sull’iter dell’esame del disegno di legge, riporta Italia Oggi, si riferiscono alle sedute della XI commissione lavoro e previdenza sociale del 9, il 15 e il 22 novembre 2016.
Tuttavia, in quelle occasioni ci si è limitati soltanto ad una illustrazione da parte della relatrice Nicoletta Favero (Pd) dei contenuti del provvedimento approvato in prima lettura dalla Camera e alla formulazione di proposte presentate da alcuni membri della Commissione, comprese le richieste di audizione del Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, e di quello per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano.
Un coro molto vario aveva posto alcune segnalazioni e proposte di modifica, nonostante già fosse passato dalla Camera il disegno di legge, che spinse Sacconi (Ap), presidente della XI Commissione lavoro e previdenza sociale, a far rivalutare nuovamente alla Camera il disegno e le proposte di modifica.
Ma al momento, dopo la ripresa post natalizia dei lavori parlamentari, compresi quelli della commissione incaricata, tutto tace e nel calendario lavori della XI Commissione lavoro e previdenza sociale non esiste la discussione del riesame del disegno di legge.
Certo, la questione delle telecamere a scuola non ha portato consensi unanimi, specie fra insegnanti e personale scolastico, che, in base ad un sondaggio della Tecnica della Scuola della scorsa primavera, hanno espresso il loro parere negativo in merito, giudicandola come un’iniziativa lesiva della privacy. E questo ritardo farà felici proprio loro.
Anche in questo caso si è manifestata la spaccatura, forse, fra scuola e famiglie in generale, con i primi che vorrebbero essere tutelati e non ostacolati dai genitori degli alunni e questi ultimi che invece puntano il dito contro il sistema scolastico, colpevole non solo di non saper istruire sufficientemente i ragazzi, ma anche in molti casi di usare violenza fisica e verbale nei loro confronti.
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