Che cosa ne sarà degli incarichi di supplenza a partire dal prossimo anno scolastico? E’ questa la domanda cruciale che aleggia nell’aria in queste drammatiche, possiamo davvero definirle così, ore che separano i precari della scuola dalla scadenza di presentazione della domanda di assunzione per le fasi B e C, fissata al 14 agosto.
La questione riguarda soprattutto chi, per vari motivi, ha deciso di non presentare la domanda e si chiede se potrà continuare a lavorare con le supplenze.
Giunge a tal proposito una faq del Miur che, come sottolineato da Italia Oggi, getterà probabilmente nello sconforto tanti che, a malincuore, stanno rinunciando all’immissione.
“Dal prossimo anno scolastico – scrive Italia Oggi – non saranno più attribuite le supplenze fino al 31 agosto, ma solo quelle fino al 30 giugno. L’amministrazione ha spiegato che i posti vacanti e disponibili (sui quali l’anno scorso sono state disposte circa 14mila supplenze annuali) non esisteranno più. Perché saranno tutti occupati al termine del piano assunzionale straordinario. Anche nel 2016/2017, sempre secondo il ministero, «con ogni probabilità non vi saranno posti vacanti e disponibili in molte province poiché potranno essere occupati dal personale già di ruolo nel 2014/2015 a seguito del piano straordinario di mobilità previsto dal comma 108 della legge 107/2015». Inoltre, l’amministrazione svolgerà concorsi con cadenza regolare e dunque tutti i posti vacanti e disponibili potranno in ogni caso essere occupati dai vincitori dei concorsi stessi, senza dunque che ne rimangano da coprire con supplenze. In conclusione, il fabbisogno di supplenti sarà più basso in futuro rispetto a quanto accaduto sino al 2014/2015, sarà limitato all’organico di fatto e sarà distribuito geograficamente in maniera diversa. L’amministrazione non ha spiegato in cosa consisterà la diversa distribuzione geografica”
In sostanza si persegue chiaramente, almeno nelle parole, l’obiettivo tanto sbandierato che è sotteso al piano straordinario di assunzioni: eliminare definitivamente l’antica (e comoda a tanti) piaga del precariato della scuola.
Resta fermo il fatto che “in ogni caso– prosegue ancora Italia Oggi – il grosso degli incarichi di supplenza, sempre secondo i dati ufficiali avviene proprio sull’organico di fatto. Lo scorso anno, infatti, il ministero ha censito 103.767 incarichi in organico di fatto. E cioè sui posti non vacanti ma disponibili. Vale a dire, sui posti che non sono utili ai fini delle immissioni in ruolo. Resta da sciogliere, inoltre, il nodo del vincolo dei 36 mesi, imposto per legge al cumulo delle supplenze. Che non sembrerebbe in linea con la giurisprudenza della Corte di giustizia europea, secondo la quale il vincolo dei 36 mesi andrebbe applicato solo alla reiterazione dei contratti a termine per esigenze non temporanee. Su tale questione, peraltro, pende un giudizio di legittimità davanti alla Corte costituzionale, il cui esito necessariamente dovrà essere coerente con la sentenza della Corte di giustizia, che accoglie in pieno la tesi della Consulta, circa l’illegittimità della norma di legge che consente la reiterazione delle supplenze annuali (quella fino al 31 agosto) praticamente ricalcandola. Tesi incorporata in un’ordinanza di rimessione che porta la firma dell’allora giudice costituzionale Sergio Mattarella.”
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