I dirigenti scolastici, in base al disegno di legge sulla scuola, sarebbero chiamati a decidere tutto: assumere un docente, relegarlo in una lista provinciale fuori dalla loro scuola, premiare i docenti più meritevoli, redigere addirittura in perfetta solitudine e responsabilità il progetto educativo della scuola.
I docenti sarebbero in questo modo esautorati completamento dalle prerogative per le quali vengono retribuiti: avere un ruolo attivo nelle scelte educative.
Bontà del legislatore dovrebbero essere ancora ascoltati, ma di essere coinvolti nelle decisioni neppure a parlarne. Poi a quale controllo sarebbero sottoposti a loro volta i dirigenti?
A fumose commissioni regionali di nomina centralizzata. Ma queste commissioni di valutazione, lontane dalla realtà scolastica, cosa potranno mai valutare? La capacità del dirigente di coinvolgere i docenti, i ragazzi, le famiglie e gli altri soggetti su un progetto condiviso e partecipato, o molto semplicemente verranno valutati dalla capacità di effettuare risparmi economici alle spalle del personale della scuola (per esempio sulle supplenze)?
Valuteranno, queste commissioni, la capacità del dirigente scolastico di saper guidare efficacemente la propria comunità scolastica o semplicemente la capacità di tessere opportunistici legami con chi sarà chiamato a giudicarli? Noi non abbiamo dubbi: la valutazione dell’operato del dirigente scolastico deve essere invece effettuata da tutta la comunità scolastica di riferimento e dalla quale deve avere la fiducia.
Una scuola moderna è una scuola partecipata, condivisa con tutta la comunità scolastica.
Rivendichiamo noi docenti, con forza, la necessità di un Preside che sia un leader educativo condiviso e che renda effettivamente tutti partecipi di un progetto comune di crescita.