Anche questo anno scolastico, così come era accaduto l’anno scolastico scorso, la contrattazione integrativa d’Istituto stenta ad essere avviata, a causa del ritardo del MEF nel comunicare al MIUR la certificazione delle economie, per quantificare le risorse effettivamente disponibili.
Bisogna ricordare che, come già accaduto l’anno passato, anche per quest’anno c’è il problema di trovare risorse finanziarie, che presumibilmente verranno trovate tra le economie destinate al miglioramento dell’offerta formativa delle scuole, per consentire il pagamento degli scatti di anzianità del personale scolastico, che nel 2012 sarebbe dovuto scattare, e che invece, a causa del blocco degli scatti di anzianità, non è ancora scattato.
Queste problematiche, legate alle congrue decurtazioni dei fondi destinati alle scuole per la contrattazione integrativa, stanno determinando un ritardo dell’avvio delle contrattazioni stesse e un potere contrattuale-retributivo più limitato, proprio a causa della diminuzione sostanziale delle disponibilità finanziarie che le scuole andranno a ricevere. I dirigenti scolastici, che avrebbero dovuto formalizzare, ai sensi dell’art.6 del CCNL scuola, la propria proposta contrattuale entro il 15 settembre per giungere alla sottoscrizione del contratto entro il 30 novembre, si trovano in forte difficoltà, proprio per l’indisponibilità di conoscere le risorse finanziarie che avranno assegnate.
Molte scuole non hanno ancora avviato, per tali motivi, le contrattazioni integrative, incorrendo nell’inconveniente di attuare una proroga tacita del contratto stipulato l’anno precedente.
Se l’intenzione delle RSU e del DS è quella di rinnovare il contratto integrativo sarebbe opportuno avviare la contrattazione, scrivendo che non appena il MIUR comunicherà l’ammontare del fondo del miglioramento dell’offerta formativa, sarà contrattato anche l’avanzo del MOF 2013. In tempi di vacche magre è necessario stringere la cinghia e la contrattazione offre la possibilità di agire in chiave di risparmio, tagliando tutti gli sprechi possibili.
In un clima di accordo, tra RSU e DS, bisognerebbe trovare la sintesi, che permetta un uso delle risorse finanziarie, sempre meno cospicue, che vada nella direzione dell’equità e della qualità. Sarebbe opportuno non esagerare con la retribuzione, che a volte risulta eccessiva, dei collaboratori dei dirigenti scolastici.
A tal proposito si ricorda che la retribuzione dei collaboratori del dirigente scolastico è materia contrattuale, ed è regolata dall’art. 88 del contratto scuola. Infatti il DS contratta con RSU i compensi individuali dei suoi collaboratori, funzioni strumentali, incarichi specifici.
L’art. 9 del CCNL scuola prevede che i compensi per il personale coinvolto nelle attività delle aree a rischio sono definiti in sede di contrattazione d’istituto, sulla base dei criteri generali assunti in sede di contrattazione regionale.
Purtroppo anche per la gestione di questi fondi ci risulta esserci sacche di spreco di risorse, sia a livello di criteri regionali, che in seconda istanza a livello di singole scuole. Anche l’utilizzo dei fondi per le funzioni strumentali, regolate dall’art. 33 del contratto, a volte rappresentano uno spreco. Infatti è rarissimo che una funzione strumentale, anche se ha svolto male il suo compito, non venga retribuita.
In buona sostanza nell’utilizzo del fondo d’Istituto, è opinione generalizzata negli ambiti interni alle scuole, fatto salvo chi veramente svolge con pieno merito le sue funzioni, risiede un evidente spreco di risorse pubbliche. C’è chi sostiene, forse eccessivamente, che il FIS sia una sorta di bancomat, che i dirigenti scolastici usano, con il bene placito di RSU compiacenti. Questo forse è il tallone di Achille di un’autonomia scolastica, che pretenderebbe rettitudine nella gestione delle risorse.