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Chi dorme male non favorisce il recupero fisico e non consolida gli apprendimenti. In Francia, l’allarme dell’Istituto Nazionale del Sonno

L’importanza del sonno, soprattutto per i bambini e gli adolescenti, è un dato ormai acquisito. Molto si è scritto sull’argomento e sono tante le azioni condotte dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, in partenariato con enti e associazioni specializzate, per sensibilizzare ragazzi e ragazze all’importanza del sonno per la loro salute fisica e mentale.

Anche in Francia, in questi giorni, l’Istituto Nazionale del Sonno e della Veglia ha lanciato l’allarme: quasi un adolescente su due – il 43% per l’esattezza, in base all’ultimo studio realizzato l’anno scorso – dorme meno di sette ore a notte, invece delle nove-dieci ore che sarebbero necessarie per permettere al corpo e alla mente di recuperare le forze necessarie per affrontare una nuova giornata di scuola e di studio. Così, purtroppo, non è: come spiegato sul sito dell’Istituto del Sonno, nella fascia d’età compresa tra i 10 e i 22 anni, si verifica il fenomeno del cosiddetto ‘jet-lag sociale’, vale a dire l’accumulo di un debito di sonno molto elevato, una notte di sonno perduto ogni settimana.

I neurobiologi dell’Istituto concedono, comunque, ai giovani delle attenuanti: gli adolescenti – dicono – sono naturalmente combattuti tra la voglia di dormire, un bisogno vitale, e quella di restare iperconnessi con i loro compagni, amici e con il mondo intero. Cedere al sonno, a quest’età, viene percepito un po’come rinunciare a pezzi di vita importanti, rimanendo tagliati fuori dal mondo che continua a girare senza di loro.

I giovani in età scolare – continuano gli specialisti – hanno difficoltà a stilare delle gerarchie, a capire cosa è più o meno importante per loro. Ecco allora che occorre l’intervento della famiglia, gli adolescenti hanno bisogno di genitori attenti; meglio, di un’autorità genitoriale che trasmetta dei messaggi chiari, che stabilisca regole precise. Certo, se anche gli adulti passano ore con gli occhi fissi sul telefonino, la loro credibilità ne uscirà molto indebolita…

Gli unici colpevoli sono dunque gli smartphone? I telefonini, la cui luce blu pare inibisca la secrezione della melatonina, provocando gravi disturbi del sonno? Sì, ma non solo. Secondo gli esperti francesi dell’Istituto del Sonno, i giovani sono più soggetti all’ansia rispetto al resto della popolazione. Ora, l’ansia è strettamente associata a una tendenza ai risvegli notturni, all’insonnia, ai disturbi del ritmo sonno/veglia. E un sonno perennemente ‘malsano’ può aprire le porte a vari disturbi psichici. Una sorta di cane che si morde la coda, dunque: l’insonnia, da effetto di diverse malattie mentali a causa, o almeno con-causa, di tali disturbi.

Resta il fatto che non c’è più tempo da perdere. Se non vogliamo che le aule scolastiche siano sempre più popolate da ragazzi assonnati e privi di energie, famiglia e scuola devono stringere un forte patto di alleanza. Ricordiamo – concludono all’Istituto del sonno – che dormire bene è di fondamentale importanza per dei giovanissimi in età scolare: la prima fase del sonno favorisce, infatti, il recupero delle forze fisiche; la seconda, la fase REM o del sonno paradosso, contribuisce allo sviluppo del cervello e al consolidamento degli apprendimenti.

Leggi anche: Concorso ASSIREM per sensibilizzare i giovani sull’importanza del sonno, in collaborazione con il MIM

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Gabriele Ferrante

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