Chi è allora Marco Bussetti, il nuovo ministro dell’istruzione che fra qualche ora giurerà nelle mani del Presidente delle Repubblica?
Nato il 28 maggio 1962, è stato allenatore di basket e insegnante di educazione fisica fino al 2011, quando vince il concorso per dirigente presso l’istituto comprensivo di Corbetta di Milano, per cui dovrebbe conoscere bene il mondo della scuola, le sue fasi, gli inghippi, le difficoltà.
Dal 2015 è responsabile dell’ambito X (Milano) dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardiadove entra in contatto – da leghista – con il modello lombardo di istruzione voluto dall’ex assessora regionale, la forzista Valentina Aprea. Un sistema che punta tutto sul binomio alternanza-autonomia scolastica e che, molto probabilmente, costituirà la base della sua avventura da ministro.
In base al curriculum, reperibile on line sul sito del Miur, ha conseguito con 110 e lode la laurea specialistica magistrale in scienze motorie presso l’Università «Cattolica» di Milano. Ha un diploma Universitario preso presso l’Isef statale di Milano e detiene un titolo polivalente di specializzazione per soggetti portatori di handicap.
Ha inoltre un diploma di specializzazione conseguito al corso «Il Dirigente pubblico a la gestione del personale: gli strumenti giuridici e manageriali» svoltosi a Bologna presso la Ssna nel 2012/2013.
Il curriculum riporta poi una lista di pubblicazioni – libri e dvd – che riguardano, tra l’altro, il tema dell’educazione sostenibile, la promozione sportiva e le prospettive in quest’ambito della scuola italiana, la danza e gli sport di squadra nella scuola.
Ha ricoperto diversi incarichi di insegnamento presso l’Università degli Studi di Milano, per il Master Universitario «Sport Management, Marketing and Sociology»; all’Università Cattolica «Sacro Cuore» di Milano; presso l’Università dell’Insubria di Varese, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Scienze Motorie.
Il suo governo quindi potrebbe essere caratterizzato dall’impronta leghista, per cui con ogni probabilità non cancellerà la “buona scuola” ma la modificherà, dando pure spazio, così come è nel programma del Centrodestra, alla scuola privata.
Una conferma ulteriore arriva dalla lettura del contratto per il “governo del cambiamento” nel quale si scommette sulla formazione obbligatoria dei docenti e nel perfezionamento dell’alternanza scuola-lavoro. Magari differenziando le ore in base ai diversi indirizzi.
Ma ci potrebbe essere, fra i primi atti di Bussetti, l’attuazione dei concorsi regionali già previsti dalla legge 107 e più volte indicati dal Carroccio come priorità del nostro sistema scolastico.
Ma si vedrà pure come si muoverà relativamente alle 55mila maestre con diploma magistrali che, senza un correttivo di legge, da settembre potranno avere solo incarichi a tempo determinato.
Tra le grane che subito dovrà affrontare, c’è quella dello sciopero dei docenti universitari che inizierà con gli appelli di giugno e che gli studenti chiedono a gran voce di scongiurare.
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