Chi fa colazione è più bravo in matematica o, in generale, nelle materie scientifiche? Un team di ricercatori, si legge su International Journal of Educational Development, ha esaminato la correlazione tra l’assunzione della colazione e il rendimento scolastico in matematica e scienze tra studenti norvegesi di 9ª classe (equivalente alla terza media italiana), utilizzando i dati del Trends in International Mathematics and Science Study (TIMSS).
Come riporta Il Corriere della Sera, i ricercatori hanno coinvolto 4.499 alunni nel 2015 e 4.685 nel 2019 e i loro insegnanti. I risultati mostrano che la percentuale di studenti che dichiarano di fare colazione è scesa dal 57,6% al 30,9% e i punteggi sono diminuiti di 9 punti in matematica e di 13 in scienze.
Gli studiosi stimano che circa un terzo del calo delle prestazioni scientifiche e oltre la metà di quelle in matematica possano essere attribuibili all’essere a stomaco vuoto e, quindi, alla mancanza di nutrienti essenziali come i carboidrati, che alimentano il cervello e supportano capacità cognitive fondamentali per l’apprendimento, quali attenzione, memoria e problem-solving.
Secondo i dati “Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare” del 2022, in Italia la colazione viene fatta solo da poco più della metà dei giovani tra gli 11 e i 17 anni (54,1%).
Il trend dell’abitudine alla colazione evidenzia una decrescita costante negli ultimi 10 anni per ogni fascia d’età e genere. “Ricerche condotte su bambini e adolescenti hanno dimostrato che chi ometteva la prima colazione consumava più spuntini, assumendo da questi ultimi circa il 40% dell’energia giornaliera, con un consumo elevato da zuccheri semplici”, dice Francesca Scazzina, professoressa associata di Nutrizione umana.
“Alcuni studi ne hanno messo in evidenza gli effetti ‘neuro-psicologici’: negli adolescenti che la saltano abitualmente sembra presente un maggiore stato di stress, ansietà e depressione dell’umore. È quindi necessario educare ad abitudini alimentari sane, anche perché alcuni comportamenti possono influire sulla salute in età adulta”, ha aggiunto.
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