I lettori ci scrivono

Chi ha permesso che la scuola si sia ridotta così?

Quel patetico “Adesso basta”, che padroneggia sugli striscioni di ogni manifestazione sulla scuola, ma non seguito mai dai fatti, l’abbiamo visto, sentito e detto decine di volte. Come docente in pensione, quando vedo queste scene, mi assale un senso di frustrazione per come è ridotta la scuola oggi, e ancor più la categoria degli insegnanti.

Mi chiedo, in tutti questi anni:

– Chi ha permesso che gli stipendi degli insegnanti divenissero sempre più bassi rispetto al loro reale potere d’acquisto?

– Chi ha permesso che nel tempo il docente perdesse sempre più considerazione sociale?

– Chi ha permesso che i contratti della scuola divenissero sempre più iniqui giacché caratterizzati da sempre meno soldi e sempre più incombenze?

– Chi ha permesso questa diffusa frammentazione della categoria più adusa a lotte intestine che non a difesa della categoria in generale?

– Chi ha permesso, a suo tempo, l’abolizione della scala mobile: l’unico meccanismo che ci proteggesse concretamente dal’inflazione reale?

– Chi ha permesso l’attuale inutilità dello sciopero nella scuola, ridotto a un misto tra farsa e simbolismo?
– Chi ha permesso che una moltitudine di progetti, assieme alle performance autoreferenziali d’istituto, fagocitassero sempre di più quello che dovrebbe essere l’insegnamento curriculare?
E potrei andare avanti ancora per molto.

Ovviamente la mia è una domanda retorica perché la risposta è una sola: l’hanno permesso tutti, in primo luogo i docenti stessi.

E oggi come oggi, ricorrere all’arma dello sciopero, quello ad oltranza, che è poi l’unico efficace, seppure per sacrosante rivendicazioni, diventa pressoché impossibile.

Infatti la normativa vigente che regolamenta lo sciopero fa capo alla Legge 146/90 ed al relativo accordo integrativo nazionale firmato dal Ministero P.I. e Sindacati della Scuola il giorno 8 ottobre 1999. Praticamente questo accordo ha caricato le armi (metaforicamente parlando) degli insegnanti a salve: fanno solo rumore ma non hanno alcuna efficacia.

Perché i Sindacati della Scuola hanno ceduto tanto?

Anche l’ultimo CCNL 2016-2018 firmato il 19 aprile 2018, che ha ottenuto un aumento medio mensile, spalmabile in tre anni, di 85 euro, dopo ben 9 anni di vacanza contrattuale, è stato accettato dalla categoria, seppure a malincuore, con la promessa da parte dei Sindacati che l’imminenza del successivo contratto, cioè questo, avrebbe significato la svolta per un sensibile aumento dello stipendio al fine di allinearlo almeno alla media di quello europeo della categoria.

Invece ancora una volta si affaccia all’orizzonte la promessa del marinaio. L’alibi è sempre lo stesso: è un momento storico particolarmente difficile e tutti dobbiamo rinunciare a qualcosa. Chissà perché a rimetterci di più è sempre la scuola. Anche quando un solo anno prima, in piena pandemia da Covid-19, lo stesso Governo aveva fatto solenne promessa di rilanciare la Scuola e la Sanità (oggi le più martoriate dal nuovo Def-2022).

Se poi tiriamo in ballo anche la “fregatura” dell’assegno unico, che merita un discorso a parte, ci accorgiamo che le buste paga per molti diminuiranno.

Perché i Sindacati sono così remissivi? Per galanteria dico: non lo so. Però un nesso ci deve pur essere con il proliferare delle scuole paritarie (specialmente al meridione d’Italia); con i Corsi di Formazione; con i varia Progetti, i PON, ecc… Soldi sottratti a qualcuno per darli a qualcun altri, per finire alla traslazione dagli scranni del Sindacato a quelli del Parlamento.

Ci vuole una riappropriazione del ruolo del sindacalismo puro, per quanto anacronistico di questi tempi non solo in Italia, o almeno una forte coesione e capacità di lotta della classe docente, altrimenti sono solo chiacchiere.

Angelo Pepe

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