Sono una docente a T.I. non corsista, non concorrente ad alcuna selezione in merito all’accesso per diventare DS.
Preciso che non condivido affatto si diffondano e “coltivino” certi articoli diseducativi proprio da chi ha il ruolo di diffondere coerenza educativa e dovrebbe impartire il concetto di democrazia che si traduce in opportunità per tutti.
Intanto, chi ha rifiutato la nomina a DS l’ha fatto per scelta libera e personale in quanto da precaria ho lavorato in Veneto anche per nomina di un giorno (abito in Sicilia) e so cosa significa rinunciare a tutto ma non ho mai rinunciato a nulla per raggiungere il mio obiettivo ed ero distante 1500 km da casa.
Inizialmente ho lavorato a Passo Resia (Alto Adige) per 4 anni consecutivi e viaggiavo sola di notte quando prendevo servizio a settembre e tornavo a luglio. Qui ho conosciuto persone speciali ed un sistema amministrativo impeccabile davvero all’avanguardia.
Non esiste che un idoneo al concorso rifiuti un ruolo perché lontano da casa altrimenti il concorso non si fa, si conosce bene la disponibilità dei posti.
Non ho mai rivendicato nulla né preteso risarcimento per gli affitti sostenuti (gli stipendi venivano incassati dopo due mesi).
Dopo otto anni sono tornata nella mia terra, rinunciando al tempo da vivere con la mia famiglia e soprattutto i miei genitori anziani, morti appena essere tornata.
Ho quattro abilitazioni ed un master ma per avere il lavoro della mia vita ho fatto tutti i sacrifici possibili.
Nella vita si sceglie e chi vince un concorso da DS sa benissimo la disponibilità dei posti e non può pretendere di essere nominato a casa propria.
Addirittura c’è chi non riesce a farsi bastare lo stipendio iniziale quando io vivevo con 1033 euro al mese, 500 affitto, assicurazione auto e tutto il resto.
Di certo non è un merito diventare DS in una settimana di corso nell’agosto 2015, né in due settimane con collegamenti da remoto nel 2024 né con il ripescaggio invocato dai rinunciatari perché questo vorrebbe chi dopo aver rinunciato vorrebbe un’altra sanatoria.
La verità è che l’Italia è il Paese dei ricorsi e che vinca il più fortunato!
Io ho scelto da sempre di essere docente, di restare tale perché è il sogno della mia vita, realizzato con duri sacrifici economici e sentimentali perché si ”ho sposato il mio lavoro“, ne sono fiera e di certo non mi sento affatto frustrata come lo è chi ha avuto la fortuna di conseguire idoneità a DS e poi ha rinunciato.
Per me non esiste una valido motivo per farlo ma è questione di scelte e di certo chi dopo anni di studio e di ingiustizie sostiene uno scritto cestinato senza essere letto, di certo merita una possibilità non chi ha avuto la possibilità di un posto da dirigente e ha rifiutato perché al ”Nord” o perché deve stare lontano da mamma e papà.
Antonella Giunta
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