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XFactor, vince Mimì Caruso: è una studentessa 17enne originaria del Mali. Fontana: “Esempio di inclusione positiva”

Ieri sera, 5 dicembre, si è svolta la finale del talent musicale XFactor a Napoli. A vincere l’edizione di quest’anno è stata la giovanissima Mimì Caruso, studentessa di diciassette anni originaria del Mali che vive in Brianza, adottata a otto mesi da una coppia italiana.

L’artista di 17 anni, come riporta Oggi, che ha incantato i telespettatori con la sua voce unica, ha avuto la meglio sui Les Votives, secondi classificati, e sui Patagarri, che si sono piazzati terzi. 

Chi è Mimì Caruso

La giovane studia in un istituto professionale con indirizzo servizi culturali e dello spettacolo nel milanese, come riporta il giornale locale Sesto Notizie. La ragazza nei mesi scorsi ha partecipato ai PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento).

“Un’artista con una voce eccezionale, simbolo di integrazione e inclusione positiva”, queste le parole del Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.

Ecco le sue parole sulla scuola, pronunciate a Il Corriere della Sera: “Per me è un luogo anche di divertimento. A parte le medie dove ho subìto del bullismo, sul colore della pelle e su altro. Ci sono tanti sbruffoni in giro. Allora ci rimanevo male, ma ora l’ho superato. Però poi cambiando scuola è andata meglio”.

XFactor, Paola Iezzi: “La musica va insegnata a scuola

Tra i giudici di XFactor 2024, insieme a Manuel Agnelli, Achille Lauro e Jake La Furia, c’è stata anche Paola Iezzi, del duo Paola & Chiara.

In occasione della presentazione della nuova fase dello show, come riporta La Repubblicai tre artisti hanno parlato della musica in generale. Per Achille Lauro “l’Italia ha bisogno di un programma di musica di cui i ragazzi possano fidarsi, magari il clima di questa edizione potrà essere un motore per il dopo di questi artisti”. Per Jake La Furia la speranza “è banalmente quella di portare bella musica, visto che l’Italia non è messa benissimo”. Manuel Agnelli si augura di “portare e provocare discussioni: è un’occasione per parlare di musica in modo corretto”. 

La Iezzi, poi, ha parlato di scuola: “La musica deve essere inclusiva, ma deve essere fatta con qualità perché è cultura, andrebbe insegnata nelle scuole. Questa edizione può portare leggerezza per noi e per la gente che ci segue, ma il pubblico non deve mai dimenticare che gli artisti sono prima di tutto persone”.

Redazione

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