La finalità formativa della scuola riguarda l’inserimento dei giovani nella società.
Un compito che è andato complicandosi per l’abissale divario che separa il mondo contemporaneo da quello del passato.
Gli spazi sono annullati: viviamo in un “villaggio globale”.
La dimensione dei problemi è notevolmente aumentata: l’abbattimento della relativa complessità è un’esigenza inderogabile.
La dimensione dei problemi è notevolmente aumentata: il successo delle attività umane richiede il lavoro d’équipe e l’interazione funzionale.
La cultura informatica infarcisce l’agire dell’uomo e non deve essere limitata al solo digitale. Non si deve confondere l’approccio scientifico con l’adattamento tecnologico.
Le conoscenze aumentano incessantemente: raddoppiano ogni quattro anni [Nature 2013].
Per contrastare le insidie e la dinamicità del nuovo ambiente sono stati approfonditi ed elaborati i concetti di sistema, di modello e di processo e sono stati messi a punto rigorosi e documentati itinerari progettuali.
La legislazione della scuola ha aderito agli avanzamenti scientifici e, col decreto 275 del 1999, ha stabilito che l’autonomia delle istituzioni scolastiche “Si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana”.
Si tratta di una norma che sviluppa la visione sistemica compendiata nel T.U. 294/97: aderisce al modello organizzativo ivi prefigurato. Di conseguenza la complessità del problema formativo è abbattuta attraverso il riconoscimento e la definizione dei suoi sottoproblemi, la collegialità è valorizzata, la progettualità è vincolante.
Progettualità che consiste nella puntuale descrizione dei risultati attesi, nell’incorporazione delle ipotesi formulate in strategie operative, nel coordinamento e nell’insegnamento, che rappresenta il momento esecutivo.
Terminata la fase discendente, del Top-Down, si sviluppa quella ascendente: ha natura realizzativa ed è finalizzata al controllo. Gli organismi partecipanti confrontano i risultati che hanno ottenuto con quelli progettuali: ne capitalizzano gli scostamenti per migliorare le loro prestazioni.
Lo scenario entro cui identificare i responsabili del boicottaggio dell’autonomia scolastica è stato identificato: inequivocabili e oggettivi sono i riscontri.
Sul banco degli imputati sono seduti i dirigenti scolastici e gli estensori de “La buona scuola”, ora legge 107/2015.
I primi devono rispondere sia della divergenza degli organigrammi che hanno messo in rete rispetto al modello del citato TU, sia della mancata convocazione degli organismi della scuola su questioni essenziali, fondamentali per l’efficacia delle loro azioni, necessari per la loro sopravvivenza.
A fianco dei dirigenti troneggia il paragrafo 7 della legge 107 che elenca “Gli obiettivi formativi prioritari”: l’architrave su cui la progettualità é edificata. Più della metà delle finalità formative é sbagliata: sono mete che non appartengono alla sfera d’azione degli studenti.
Enrico Maranzana
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