L’inclusione è “fai da te” all’istituto agrario Sereni di Roma, frequentato da 156 ragazzi con disabilità, dove l’integrazione è la stella polare, ma in mancanza di risorse strutturali adeguate, le soluzioni s’inventano “dal basso”. Ma la domanda è: l’assistenza igienica, o “materiale” a chi compete? Chi dovrebbe pulire i ragazzi con disabilità? Il Redattore Sociale racconta quanto accade nella scuola romana, dove la preside, tra mille difficoltà, cerca una risposta: “Non spetta agli assistenti specialistici, ma neanche ai collaboratori scolastici, come i sindacati non mancano di ricordare. Competerebbe a figure preposte ex articolo 7”, ovvero collaboratori scolastici che abbiano frequentato un corso di formazione dedicato. “Ma sono anni che questi corsi non si fanno – riferisce la preside del Sereni di Roma – e se a scuola mancano gli articoli 7, non si sa davvero come fare. Qui da noi il problema riguarda solo quattro ragazzi in sedia a ruote – precisa – e cerchiamo ogni giorno di trovare soluzioni”. E ci provano anche i genitori, cercando di rendere più agevole un lavoro che, in presenza di ragazzi particolarmente corpulenti, può essere davvero faticoso. “Per alcuni di noi hanno fatto una colletta per comprare un lettino elettrico, che renda semplice il trasferimento diretto dalla carrozzina – racconta Paola – Abbiamo avuto una risposta eccezionale e in poco tempo siamo riusciti a raccogliere i 950 euro necessari”. Inclusione “fai da te”, insomma, frutto di creatività e tanta buona volontà. Quella che pare mancare alle istituzioni, che per ora non fanno che rimpallarsi le responsabilità, tra regioni, province e governo. Per la Regione invece il problema, dati alla mano, non dipende da qui, ma bisogna “salire più in alto”. “Abbiamo confermato lo stesso stanziamento dell’anno scorso alle province: 4.577.000 mila euro – ci risponde l’assessorato laziale alla Politiche sociali – Non solo: mentre prima liquidavamo in ritardo, cioè a settembre inviavamo i pagamenti per l’anno precedente, ora viste le difficoltà delle province abbiamo anticipato: una prima tranche di 1.716.000 euro è in pagamento in questi giorni, mentre il resto andrà in pagamento a gennaio e coprirà fino alla fine dell’anno scolastico. Più di questo non potevamo e non possiamo fare: il vero problema sono i fondi statali e i tagli che anche noi abbiamo subito”.
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