Ho letto l’articolo che si riferisce al progetto Arcobaleno che si sta portando avanti in alcune scuole primarie di Carrù, nel cuneese.
Per una settimana, le normali materie scolastiche sono state sostituite da fotografia, musica, scacchi ed altre ancora.
Questo mi ha richiamato alla memoria un periodo della scuola, ahimè ormai molto lontano, che alcune insegnanti non più giovincelle come me ricorderanno.
Erano i lontani anni ’70 e ad alcune scuole primarie che ne facevano richiesta al Ministero era stata data la possibilità di intraprendere un nuovo progetto di didattica simile a quella di Carrù.
La notevole differenza era questa: non fu un progetto di pochi mesi a breve scadenza, ma una vera e propria attività didattica che integrava le normali materie scolastiche nell’arco della giornata e per tutto l’anno.
Ecco perché questo nuovo modo di fare scuola venne chiamato “attività integrative“.
Nella nostra scuola venne attuato solamente in alcune classi; ciascun docente metteva in campo le proprie competenze e le trasmetteva agli alunni; un collega ad esempio insegnava dattilografia.
Ciò che più ricordo e con più piacere era l’attività di teatro; i ragazzi prendendo spunto da testi classici e con l’aiuto degli insegnanti producevano i loro copioni e poi li recitavano. Il tutto scritto rigorosamente con carta e penna o al massimo sulla macchina da scrivere (dov’è erano i computer?)
Fu un’esperienza bella e faticosa a livello organizzativo, ma irripetibile che i nostri ex alunni ricordano ancora oggi.
Irripetibile anche per i genitori che ci diedero una mano in tutto.
Ci trovammo purtroppo ad avere a che fare con la mancanza di materiale didattico, ma anche di spazi, per questo dopo due anni il progetto venne abbandonato.
Penso a come sarebbe bello riproporre un’esperienza simile ai giorni nostri: se parliamo di strutture scolastiche forse per alcune scuole ci sarebbero ancora difficoltà a reperire spazi, ma se parliamo di organizzazione del lavoro sarebbe molto più semplice oggi che allora.
Gli insegnanti ci sono, la voglia di vedere questi ragazzi più attivi e partecipativi anche, quindi potrebbe essere una proposta, naturalmente da valutare e ben organizzare. La presenza del computer sarebbe una risorsa in più perché snellirebbe tutta la parte organizzativa e sarebbe un modo per i ragazzi di utilizzare questo strumento in modo diverso.
Si potrebbe iniziare gradualmente nelle scuole medie, con poche attività.
Naturalmente tutto questo richiederebbe molto impegno da parte degli insegnanti, ma a mio avviso fare scuola in questo modo sarebbe meno faticoso di come sia oggi insegnare.
Mirella Rigamonti
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