Secondo quanto riportano le grandi testate generaliste bisognerà attendere venerdì 21 ottobre prima di vedere il nuovo esecutivo, quando Mario Draghi, al rientro dal vertice europeo sull’energia, potrà effettuare ufficialmente il passaggio di consegne. Nel frattempo tra i tanti nomi che circolano nell’ambito del totoministri quello del dicastero dell’Istruzione stenta a trovare spazio sulle colonne dei giornali, come ci fa notare la stessa giornalista di Repubblica, esperta di scuola, Ilaria Venturi, da noi intervistata durante la giornata mondiale del docente.
Ilaria Venturi
I nomi papabili per il dopo Bianchi? “Sui grandi giornali, in questi giorni, non compare quasi mai il dicastero dell’Istruzione, questo la dice lunga su quanto il nostro Paese tenga all’educazione dei giovani” chiosa la giornalista del Gruppo Gedi.
Chi vorrei al ministero dell’Istruzione? “Mi piace la suggestione di Pupi Avati che vorrebbe un poeta a trattare di scuola, ma nel contempo penso che si tratti di qualità, serve una persona che sappia di cosa parliamo, che abbia visto le classi del sud e del nord del Paese, che sappia mediare, non mi spaventa un ministro politico, ma deve trattarsi di una persona competente”.
Pupi Avati
Quanto alle dichiarazioni di Pupi Avati, cui accenna Ilaria Venturi, il regista di Dante ai microfoni della Tecnica della Scuola, come anticipato su, alla nostra domanda sul ministro dell’Istruzione ideale ha chiamato in causa i poeti: “I poeti sono le persone migliori della nostra società perché non sono mai stimolate da una forma di successo commerciale. Cioè il poeta scrive e magari a volte riesce anche a pubblicare, ma per una sua urgenza, non è certamente motivato dal fatto di vendere copie, di vincere premi o di diventare una star”.
“Poi ecco, il poeta ha un’idea di bellezza che è molto, molto alta, molto speciale. E allora mi piacerebbe avere un ministro poeta, che sappia farmi amare, quando sono ragazzino, non solo Dante Alighieri, ma tutta la bellezza del mondo, è fondamentale”.
Stefania Auci
Una domanda, quella sul ministro ideale, che abbiamo riproposto anche alla scrittrice e insegnante di sostegno, Stefania Auci: “Chiederei una persona che è comunque della scuola, che ne abbia una conoscenza piena, non che abbia in testa la scuola modello in cui tutto funziona alla perfezione, con un computer per ogni alunno, il tablet, l’aria condizionata. Ecco, vorrei che fosse qualcuno che ha fatto un bagno di realtà e che conoscesse le nostre scuole”.
“Quindi con la difficoltà, per esempio, per quanto riguarda noi del Sud, di dover fare lezione quando fuori ci sono 35 gradi, senza la possibilità di respirare liberamente; o di avere a disposizione una buona biblioteca scolastica che funzioni veramente”.
I nostri lettori
Sul tema abbiamo di recente ascoltato anche i nostri lettori, che sulla poltrona di Patrizio Bianchi vorrebbero un insegnante. A seguire le loro considerazioni.
Chi dovrebbe sedere al dicastero di viale Trastevere?
- Qualcuno che a scuola non ci è solo andato come studente, e questo già sarebbe una buona cosa, ma che abbia insegnato, studiato pedagogia e che sappia cosa significhi insegnare.
- Una persona che conosce la scuola italiana perché vi ha lavorato per molto tempo, con esperienza pratica e non teorica.
- L’importante è che sia uno specializzato sull’insegnamento e che sia, quindi, un insegnante!
- Un semplice docente che capisca i problemi di burocrazia e stipendi nella scuola!
- Un docente che ha fatto la gavetta, sacrifici e rinunce.
- Non un politico ma un docente che vive sulla sua pelle i problemi della scuola.
- Sicuramente una persona che sappia cosa vuol dire scuola ed educazione.
- Un docente qualunque o un dirigente di IC con almeno 10 anni di servizio.
- Qualcuno che comprenda le dinamiche scolastiche.
- Una semplice insegnante che lavori in una scuola pubblica con tanti problemi e che non sia vicina ai presidi.
- Una persona colta, amante del sapere e con esperienza hands-on dei problemi dell’istruzione.