L’Osservatorio Sanità di Unisalute ha svolto di recente, e ne ha appena diffuso i dati, un’indagine sulla cura e tutela di bambini e bambine in caso di malattia. La ricerca è stata realizzata da Nomisma, nel febbraio 2023 coinvolgendo 1.200 individui, selezionati in base a età (18-75 anni), sesso e area geografica, con un focus particolare sulle province di Milano, Torino, Padova, Bologna e Napoli,
Quanto emerge è che il 91% delle madri italiane sostiene di occuparsi attivamente della salute dei figli, e è solo il 45% dei padri che afferma di gestire questo ambito della vita familiare. Inoltre, in appena il 35% delle famiglie, la cura dei figli ammalati è condivisa tra i due genitori. Il dato che colpisce è che la cura dei figli in Italia resti ancora oggi una responsabilità della madre, evidenziando una disparità di genere che lascia alle donne il peso maggiore di questo tipo di compito, la madre resta infatti nella maggioranza dei casi l’unico caregiver. È la madre, per esempio, che contatta il medico e pianifica i vari controlli.
Il pediatra di libera scelta resta, secondo l’indagine di Unisalute, il punto di riferimento per la maggior parte delle famiglie (56%), ma una famiglia su tre si rivolge almeno qualche volta a un pediatra privato, per ridurre i tempi di attesa, per la maggiore facilità di contatto con il medico e la possibilità di svolgere le visite a domicilio. Queste ultime, a causa della scarsa disponibilità per questo tipo di visite, rappresentano il principale limite che le famiglie hanno nel rapporto col pediatra di libera scelta (54%), seguito dalla mancanza di disponibilità a svolgere visite nel weekend (51%) e dalle difficoltà a contattare il pediatra e a prenotare i controlli (36%).
La medicina privata è anche un’opzione per alcuni controlli più specialistici, per cui, per esempio, nell’ultimo anno, solo una famiglia su cinque ha fatto svolgere ai propri figli una visita oculistica con il servizio pubblico.
E soltanto un paio di mesi fa l’osservatorio Parents ha confermato, con un’altra indagine che ha coinvolto un campione di oltre 2.100 genitori in attesa del primo figlio e con figli di età 0-11 anni, che seppure secondo i padri nelle famiglie italiane sembrano non esserci più differenze di genere nella gestione della casa e dei figli, le mamme non sono d’accordo: il contributo maschile non supera il 30% secondo il loro giudizio, un dato addirittura in crescita rispetto al 2018, dal 28% di cinque anni fa al 46% di oggi. La parità tra le mura domestiche appare insomma ancora molto lontana, come ha sottolineato la ricerca di Eumetra, infatti il peso delle responsabilità quotidiane e del carico mentale grava tutt’oggi sulle spalle delle mamme e non solo quando si tratta di salute della prole.
Per saperne di più https://www.unisalute.it/wcm/connect/c7ec00e8-2aa0-49e9-ae7f-5fe614f5c48c/infografica-genitori-e-figli.jpg?MOD=AJPERES&CVID=oNnOmOl
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