I corsisti dei Percorsi Abilitanti Speciali non sono figli di un dio minore: hanno pieno diritto di potersi inserire subito, nel corso di questa estate, all’interno delle Graduatorie d’Istituto. Farlo tra sei mesi, come ha deciso il Ministero dell’Istruzione, comporterebbe per tanti degli oltre 65mila abilitandi PAS la perdita del posto di lavoro. Rimanere in terza fascia significherebbe, infatti, essere superati da tutti coloro che passeranno in seconda. E per un precario storico, cha ha svolto almeno tre anni di supplenze, si tratterebbe di un epilogo ingiusto: non è accettabile, infatti, che dopo il conseguimento dell’abilitazione si possa permanere nella stessa posizione.
Anief reputa un grave errore non aver dato seguito alle procedure adottate per diversi anni in casi simili, in occasione delle “finestre” d’aggiornamento delle graduatorie. Sarebbe bastato rendere applicabile quanto previsto dalla Legge 143/2004, la quale prevede l’inserimento con riserva di tutti coloro che frequentano un corso abilitante. Con lo scioglimento della riserva stessa da far scattare non appena conseguita l’imminente abilitazione.
L’amministrazione, invece, sta commettendo l’errore di permettere l’inserimento nelle graduatorie d’istituto indistintamente entro il prossimo 23 giugno. Lasciando in questo modo fuori dalla seconda fascia, riservata agli abilitati, decine di migliaia di docenti che conseguiranno l’abilitazione nei giorni successivi.
A questo punto, per sanare questa situazione il Ministero dell’Istruzione non ha altra scelta: introdurre una proroga, riservata a tutti gli abilitandi PAS, che permetta di far produrre domanda di accesso nelle graduatorie d’istituto con la modalità della “riserva”. Con l’inserimento che verrebbe regolarizzato entro il prossimo 31 luglio.
Negare questa possibilità, per una discrepanza di qualche giorno tra l’attuale scadenza e l’acquisizione del titolo abilitante presso le Università organizzatrici, creerebbe un danno professionale ed economico a tantissimi docenti abilitati. Che di certo non starebbero a guardare: è presumibile, infatti, che impugnino la scelta del Miur. Attraverso la presentazione di ricorsi di cui tutti (l’amministrazione scolastica per prima) faremmo volentieri a meno.
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