Vedere troppa tv fa male all’apprendimento scolastico. La conclusione proviene da alcuni recenti studi incrociati realizzati da medici pediatrici di Chicago: i ricercatori americani sostengono che i bambini che guardano regolarmente la televisione prima dei 3 anni registrano i voti più bassi e sono meno portati a finire le scuole superiori. In particolare, su legge sul giornale medico “Archives of Pediatrics Adolescent Medicine” dove sono state pubblicate le conclusioni delle ricerche, gli studenti munjti di tv in camera più a rischio apprendimento sarebbero quelli di di terza elementare: “sono quelli – si legge nell’articolo – che ottengono voti più bassi di coloro che non ce l’hanno”. Secondo i ricercatori la tv avrebbe inoltre un effetto negativo sull’apprendimento a scuola non riscontrabile con l’utilizzo quotidiano di altri media, come il computer collegato ad internet.
I risultati degli studi sarebbero stati già acquisiti dall’Accademia pediatrica americana che a distanza di pochi giorni ha scritto ai genitori dei ragazzi in età scolare per invitarli ad evitare che i figli guardino la televisione non più di due ore al giorno. Secondo la prestigiosa Accademia, gli studi realizzati a Chicago rappresenterebbe solo la conferma di ciò che è stato appurato da altre ricerche analoghe. Alcuni anni fa dei ricercatori dell’Università di Washington realizzarono uno studio su un campione di 1.800 bambini: anche in quella ricerca, sviluppata su un periodo che abbracciava dieci anni, emerse che un alto consumo di tv da parte di bambini tra i 3 e i 5 anni conduceva verso un minore sviluppo cognitivo; tra le materie scolastiche più influenzate negativamente dall’eccessiva visione di film, spettacoli e cartoni animati in tv vi erano la lettura di brani e la matematica. Conclusioni provengono poi dall’Università di Otago, in Nuova Zelanda, dove lo scorso anno è stato verificato che bambini e ragazzi, provenienti sia da famiglie “bene” che da bassi ceti sociali, abituati ad un grande consumo di televisione “vanno incontro ad un livello culturale sicuramente al di sotto della media”. Insomma, tv e studio sembra proprio che abbiano un rapporto inversamente proporzionale.