La petizione che da poche ore sta girando in rete per la cancellazione delle norme sulla “chiamata diretta” viaggia già verso le 10mila firme.
“La chiamata da parte dei dirigenti scolastici – sostengono i promotori, il gruppo FB Professione Insegnanti – è una norma illegittima che viola molteplici norme della Costituzione tra le quali spiccano l’art. 33 (libertà d’insegnamento) e l’art. 97 (trasparenza e buon andamento della PA), nonché profondamente ingiusta che mortifica la professionalità e la dignità dei docenti, ormai calpestati oltre ogni misura.”
“Inoltre – sostengono ancora i promotori – il meccanismo messo in atto nella legge 107 si presta a meccanismi di corruzione e mancanza di trasparenza per tanti motivi” e aggiungono che peraltro “la stessa Autorità nazionale anticorruzione nelle sue linee guida su trasparenza e anticorruzione inserisce la chiamata diretta nell’elenco dei processi a maggior rischio corruttivo per le istituzioni scolastiche”.
Proprio per questo Professione Insegnante chiede l’intervento sia del ministro Stefania Giannini sia del presidente Raffaele Cantone.
Per dovere di cronaca va sottolineato che nelle proprie Linee guida, l’Autorità per l’anticorruzione richiama anche i rischi connessi con altre procedure che si svolgono quotidianamente nelle scuole, dalla valutazione degli alunni, alla definizione degli orari dei docenti, fino alla attribuzione di incarichi aggiuntivi e alla fornitura di beni e servizi.
Il testo completo della petizione è disponbile qui.
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