Di tutto e di più è ciò che sta succedendo nelle scuole a proposito di chiamata dei docenti dagli albi territoriali.
Esaminando qua e là i siti web delle istituzioni scolastiche si ha la sensazione che ogni scuola stia procedendo in modo non solo autonomo, come peraltro è giusto che sia, ma anche in modo del tutto scoordinato rispetto alle altre scuole dello stesso ambito (e se il buon giorno si vede dal mattino questo avvio non fa certamente ben sperare in un proficuo ed efficace funzionamento delle “reti di ambito” che dovrebbero decollare già nelle prossime settimane).
Uno dei problemi maggiori riguarda il fatto che sulle scadenze “flessibili” stabilite dal Miur non sembra esserci grande coordinamento a livello locale. E quindi nello stesso ambito accade di tutto: ad oggi 1° agosto diverse scuole hanno pubblicato l’avviso per la scuola dell’infanzia ma non quello per la primaria; ci sono istituzioni scolastiche che hanno dato tempo fino alla mattina del 4 agosto per presentare le candidature, altre che hanno protratto il termine fino al giorno 11 Alcune scrivono che entro il 9 agosto invieranno la proposta di incarico e così via.
Sui criteri poi c’è molta diversità: chi indica 3 criteri, chi ne individua una decina; chi si limita a fornire “titoli” molto generali (“esperienze di didattica innovativa”) e chi entra nel dettaglio (“disponibilità alle supplenze”).
Chi chiarisce che a parità di requisiti verrà considerato il punteggio e chi non chiarisce quale criterio verrà utilizzato in questa eventualità. Chi dice esplicitamente che i candidati verranno chiamati per un colloquio e chi lascia intendere che il colloquio sarà l’ultima spiaggia alla quale il dirigente ricorrerà.
C’è poi un problema di cui finora non si è parlato ma che sta emergendo in diverse province del nord. In molti ambiti territoriali i posti che le scuole devono coprire sono in numero decisamente superiore rispetto ai docenti che, per il momento, risultano trasferiti sugli ambiti. In questi casi, ovviamente, per coprire tutti i posti bisognerà aspettare la conclusione delle procedure concorsuali.
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