Categorie: Personale

Chiamata diretta? 40 anni fa c’era e ai sindacati piaceva

L’idea di creare un albo nazionale dei docenti con tanto di curriculum e competenze professionali e didattiche non ha riscosso molti consensi, anzi per la verità sta incontrando parecchie resistenze soprattutto sul fronte sindacale.
La Cisl-Scuola, per esempio, si dice contraria perché – sostiene – questo meccanismo non è altro che una sorta di anticamera della chiamata diretta.
Evidentemente né Cisl-Scuola né gli altri sindacati ricordano quanto accadeva in Italia (soprattutto nelle regioni del nord) durante gli anni settanta quando nasceva il tempo pieno e gli organici lievitava in modo consistente anno dopo anno.
All’epoca i docenti di ruolo (ma in qualche caso anche gli incaricati annuali) avevano la possibilità di chiedere una sorta di utilizzazione su una classe di tempo pieno in un plesso a loro scelta.
In pratica funzionava così: il docente titolare nella scuola del Comune X si recava dal direttore didattico della scuola a tempo pieno del Comune Y e presentava una semplicissima domanda su carta libera dichiarando di essere interessato e motivato a partecipare alla “sperimentazione del tempo pieno” (così allora si diceva), il direttore didattico segnalava il nominativo al Provveditorato e l’insegnante veniva spostato dalla sua sede e inviato nella nuova scuola.
Talora succedeva che anche insegnanti alla loro prima nomina, appena avuta la sede, il giorno stesso chiedevano lo spostamento e lo ottenevano seduta stante. Quando il direttore didattica riceveva un numero di richieste superiore ai posti di tempo pieno disponibili, poteva scegliere liberamente le persone da segnalare al Provveditorato.
Il meccanismo era ben noto a tutti e anzi accettato anche dalle organizzazioni sindacali che sostenevano che nelle classi di tempo pieno dovevano andarci insegnanti motivati alla sperimentazione.

 

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Reginaldo Palermo

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