L’accordo fra Ministero e sindacati in materia di chiamata diretta (o per competenze che dir si voglia) rischia di fallire miseramente.
Le scuole in cui i collegi dei docenti si sono rifiutati di adottare la delibera per definire i requisiti che dovranno possedere i docenti chiamati dagli albi territoriali sono ormai centinaia.
In molti casi il rifiuto dei collegi è il risultato di una vasta campagna condotta dai sindacati di base (Cobas e Unicobas soprattutto) e dalla stessa Gilda degli Insegnanti che peraltro l’accordo dell’11 aprile non lo aveva neppure firmato.
Ma il problema rischia di diventare molto complicato perchè in realtà, a due mese dalla firma del contratto, non c’è ancora traccia del parere obbligatorio e vincolante del Dipartimento della Funzione Pubblica.
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Che è come dire che finora le scuole hanno agito non sulla base di una norma contrattuale ma solamente seguendo una indicazione del Ministero che potrebbe rivelarsi persino illegittima nel caso in cui la Funzione Pubblica non dia il via libera a quanto concorda fra Miur e sindacati.
E, per la verità, più passano i giorni e più aumentano le probabilità che il contratto dell’11 aprile resti solo sulla carta.