Posizioni diametralmente opposte quelle della Senatrice Bianca Laura Granato rispetto al Presidente di ANP Antonello Giannelli, l’una vorrebbe la totale abolizione della chiamata diretta, mentre l’altro propone l’assunzione diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici.
La Senatrice Granato nel suo profilo facebook, prendendo spunto da quanto detto dal Presidente di ANP durante la diretta sui canali social de La Tecnica della Scuola, cosi scrive: “Ancora insiste e non desiste Giannelli nell’indicare al legislatore la strada inedita per qualsiasi ambito della Pubblica Amministrazione dell’assunzione diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici.
Rimane arenato alla Camera il mio disegno di legge sull’abolizione della Chiamata diretta e degli ambiti territoriali, per mancanza di volontà politica a mandarlo avanti”.
La Granato rincara la dose rivelando un retroscena politico, quando al Governo c’era come Premier Conte: “Mi era stato proposto anche un compromesso a ribasso per intestarmi l’approvazione del ddl. La famosa “sintesi” sposata da molti, troppi colleghi del Movimento 5 Stelle che di fatto poi si è trasformata nella Waterloo del loro progetto politico.
Ma approvare il ddl, con un accordo che avrebbe reso la chiamata diretta (oggi disattivata dalla contrattazione integrativa) operativa, sia pure circoscrivendola a particolari casi, come mi avevano pure proposto, non sarebbe stato certamente per me causa di orgoglio, tutt’altro.. avrebbe legittimato di fatto un dispositivo per me inammissibile e inedito per qualsiasi altro comparto pubblico che merita di essere cancellato senza se e senza ma!”.
Alla fine del suo post facebook, la Senatrice ex M5S, dà una stoccata a tutto il mondo sindacale rappresentativo scrivendo: “La via maestra per tutelare la libertà di insegnamento e per dare qualità alla scuola statale pubblica resta per me il concorso, inviso ai sindacati perché ostacola il meccanismo dei tesseramenti (ormai in prevalenza indirizzato ai precari) , inviso a chi si è messo nella scuola solo per ripiego, ma unica strada percorribile per preservare la scuola della Costituzione, sotto attacco da oltre due decenni, per un progressivo smantellamento a beneficio del comparto privato, che, nonostante tutte le prebende statali della politica, tuttavia in Italia sembra non decollare, perché spesso legato ad una gestione non virtuosa”.
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