Categorie: Politica scolastica

Chiamata diretta dei prof, merito e competizione: la spinta arriva da Trento

“In un momento molto particolare, stiamo lavorando per far ripartire un’idea di fiducia attorno alla scuola”. Con queste parole, il presidente della Provincia autonoma di Trento e assessore all’istruzione Ugo Rossi, ha aperto questa mattina al Liceo Prati di Trento il convegno dedicato al tema dell’autonomia scolastica, organizzato dall’Associazione nazionale presidi.
“In questi mesi – ha detto il presidente rivolgendosi ai tanti dirigenti scolastici presenti – abbiamo cercato di lanciare segnali di speranza verso un settore così decisivo per la formazione delle persone, soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo. I dati dimostrano che, anche grazie al vostro lavoro, c’è una qualità diffusa nel sistema scolastico trentino, che dobbiamo riconoscere. Si tratta – ha aggiunto – di un cantiere aperto nel quale stiamo lavorando, immettendovi alcune idee positive che servono a migliorare un corpo comunque già sano, senza quindi bisogno di fare una rivoluzione”.

“Attraverso la stabilizzazione dei docenti – ha detto Ugo Rossi ai presidi – abbiamo dato risposta alle aspettative di stabilità e di continuità didattica del mondo dellascuola, chiedendo nel contempo maggiore flessibilità agli insegnanti. La nuova frontiera sarà quella di intervenire, vedremo come, per migliorare le modalità di reclutamento e di accesso alla professione”. È probabile che il presidente della provincia si riferisse al graduale abbandono delle graduatorie e all’introduzione di una sorta di ‘chiamata diretta’ da far effettuare proprio ai presidi.

Rossi ha quindi ricordato il tema del merito e della competitività. “Dobbiamo certamente occuparci – ha detto – di chi resta indietro, ma nel contempo valorizzare le eccellenze, perchè un territorio come il nostro, che oggi può contare solo sulle proprie risorse ha l’imperativo categorico di essere competitivo e lascuola su questo può svolgere un ruolo importante”.

“Un altro grande impegno su cui ci siamo concentrati – ha aggiunto Rossi – è quello relativo all’aspetto linguistico, sul quale abbiamo dirottato un parte delle risorse che ci arrivano dai fondi europei, nella convinzione di quanto sia strategico l’apprendimento delle lingue per i nostri ragazzi. Dovremo anche occuparci di riuscire a riconoscere gli sforzi che molti insegnati hanno già fatto in questa direzione”.

Il presidente ha quindi ricordato l’impegno della Provincia per migliorare il collegamento fra la scuola e il mondo del lavoro per poi arrivare al tema dellascuola “aperta”. “Io credo – ha sottolineato Rossi – che unascuola che opera in una provincia a statuto speciale abbia il dovere di riuscire ad essere con i piedi ben piantati nel territorio in cui vive e nel contempo con lo sguardo rivolto lontano, oltre le nostre montagne. Dobbiamo far comprendere ai ragazzi il valore del nostro territorio, le opportunità che derivano dall’Autonomia, ma anche – ha concluso Rossi – le altrettanto grandi responsabilità a cui dobbiamo far fronte”.

Vale la pena ricordare che gli allievi trentino risultano, dati Ocse-Pisa alla mano, tra i più preparati in Italia e in linea con le competenze richieste a livello europeo. E che gli auspici del presidente della provincia a statuto speciale sono, in realtà, non molto distanti da quelli più volte indicati dai rappresentanti dell’attuale governo: un reclutamento più moderno, la valorizzazione del merito, lo studio delle lingue e la scuola “aperta”, del resto, sono anche i capisaldi della ‘Buona Scuola’ del duo Renzi-Giannini.

Alessandro Giuliani

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