Hanno determinato reazioni avverse, almeno in alcuni casi, gli inviti dei leader sindacali ai dirigenti scolastici di limitare i danni per gestire la chiamata diretta.
In particolare, all’intervista rilasciata alla Tecnica della Scuola dal segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, ha fatto seguito, la risposta piccata di Dirigentiscuola, che rappresenta una parte della categoria dei dirigenti scolastici.
“Sicuramente, i dirigenti scolastici non sono dei batman né si sentono sotto assedio. Ma i sindacati pensino alle responsabilità per il rientro anticipato dalle ferie per la categoria“, si legge nella nota. Dirigentiscuola sostiene che, in vista del superlavoro di agosto per portare a termine le operazioni della chiamata diretta, “i dirigenti interromperanno o faranno slittare le loro ferie, come quelle dei docenti collaboratori e, nel numero strettamente necessario, del personale di segreteria per i non lievi adempimenti istruttori”.
E ancora: “ai sindacati che continuano a minacciare, pensando di intimidire o spaventare i dirigenti, consigliamo un profondo mea culpa“. Dirigentiscuola ritiene in pratica errata la strategia da loro tenuta al tavolo delle trattative: “se le linee guida fossero state emanate senza alcun ostacolo o tentativo di disapplicare la legge non solo il personale e tutti i docenti interessati alla ‘chiamata’ avrebbe potuto godere delle meritate ferie, ma sarebbe stato assicurato un sereno avvio dell’anno scolastico. Gli stessi sindacati pensino ora a giustificarsi con i loro iscritti, a partire dai docenti interessati alle procedure estive, che, sicuramente, protesteranno per l’interruzione delle ferie e il conseguente rientro anticipato in servizio”.
Quindi, secondo Dirigentiscuola, la Flc-Cgil, assieme a Cisl, Uil e Snals, avrebbero tirato, come si suol dire, la corda. E il Miur, spazientito, avrebbe così usato la mano pesante.
Le accuse dell’organizzazione autonoma dei presidi si spostano quindi sul piano economico. “Essendo Dirigentiscuola – avverte – rappresentativa verificherà ai tavoli negoziali la fattività dei buoni propositi dei sindacati di comparto, che nel complesso hanno confermato la maggioranza assoluta nella nuova area, che finalmente si dicono risoluti nel sanare una penalizzazione di almeno trentamila euro lordi l’anno nei confronti di chi è pur sovraccarico di incombenze e responsabilità”.
“Inoltre – assicura – verificherà la sincerità di più autorevoli e relativamente più rappresentativi sindacati della dirigenza scolastica di spendersi effettivamente per una dirigenza caricata di ulteriori oneri e responsabilità che ne rendono il profilo sempre più rilevante e strategico all’interno del sistema d’istruzione e, di conseguenza, non più rinviabile la questione relativa a un’equiparazione retributiva con la restante dirigenza pubblica”.
Insomma, per Dirigentiscuola non è il Miur, o meglio ancora il Mef, a tenere bassi gli stipendi dei presidi. Ma la colpa è di coloro che non rivendicherebbero adeguatamente tale diritto.
A breve, è probabile, arriverà la replica dei sindacati additati di aver ostacolato il “normale” iter sulla chiamata diretta e di immobilismo sul fronte stipendiale.
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