E’ ormai chiaro che il punto di maggior contrasto in fatto di contratto sulla mobilità è quello che riguarda la chiamata diretta dei docenti.
Non a caso la questione viene rinviata ad una apposita sequenza contrattuale che dovrebbe prendere avvio subito dopo la firma della preintesa e concludersi nell’arco di un mese. Sul punto tutti i sindacati si sono espressi chiaramente e sono arrivati alla medesima conclusione: per la chiamata dagli ambiti territoriali occorrono criteri oggettivi e trasparenti. In pratica vuol dire che i dirigenti scolastici dovrebbero attenersi a graduatorie e punteggi e non certamente a metodi soggettivi (colloqui per esempio). Su questa posizione sono attestati tutti i sindacati del comparto scuola, quegli stessi sindacati che hanno fra i propri iscritti un bel 50% dei dirigenti scolastici italiani. Sarebbe quindi un bel gesto se le strutture dei dirigenti scolastici presenti nei sindacati del comparto prendessero una posizione chiara su questo punto e annunciassero che – comunque dovesse concludersi la trattativa contrattuale – loro effettueranno le chiamate dei docenti tenendo conto esclusivamente di punteggi e graduatorie.
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In linea di principio questa modalità potrebbe essere utilizzata senza difficoltà dai dirigenti scolastici che – stando alla legge – hanno il solo obbligo di rendere pubblici e trasparenti i criteri utilizzati per le chiamate. E allora cosa impedisce ai dirigenti scolastici che aderiscono ai sindacati del comparto di annunciare pubblicamente che in ogni caso si atterranno alle graduatorie e non ad altri metodi che – come vanno ripetendo i sindacati stessi da più di 6 mesi – aprirebbero la strada al clientelismo e all’arbitrio? Per la verità, i primi a fare “outing” dovrebbero essere i dirigenti scolastici della Flc-Cgil che nei giorni scorsi ha deciso di aderire al comitato per il referendum abrogativo; e siccome uno dei quesiti riguarda proprio la questione della chiamata diretta i dirigenti scolastici della Flc non dovrebbero avere nessuna difficoltà ad assumere una posizione del genere. E chissà che dopo l’outing dei dirigenti Flc, anche gli altri si sentano in dovere di essere coerenti con le scelte dei propri vertici sindacali.
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