“Non è una chiamata diretta, ma un differente criterio d’assegnazione”.
La diversa definizione della scelta degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici, attraverso le indicazioni dei Piani dell’offerta formativa, è stata introdotta dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
Rispondendo, il 2 agosto a Napoli, ad una domanda sulla chiamata diretta, il responsabile del Miur ha detto che “per la prima volta nella storia del Paese viene presa in considerazione una variabile non considerata prima e cioè le competenze degli insegnanti e l’unione di ciò che sono le competenze e ciò che si vuole mettere a disposizione della scuola”.
Per questi motivi, ha sottolineato, secondo noi non è appropriato definirla “una chiamata diretta, ma un differente criterio di assegnazione”.
“Credo che questo – ha concluso – sia il modello più funzionale affinché la scuola sia veramente buona”.
Non la pensano così molti docenti, a leggere i social di questi giorni, e anche i sindacati. Almeno, nella versione finale imposta dal Miur dopo l’inaspettata rottura delle trattative di metà luglio: per costoro, infatti, sarebbe stato più funzionale adottare subito il tradizionale punteggio, derivante da titoli e servizi, per rimandare al 2017 il modello di chiamata diretta previsto dalla Legge 107/15.
{loadposition eb-pof-triennale}
{loadposition facebook}
Penso che sia utille per tutti sapere qualcosa di più sulle vicende giudiziarie che hanno…
Mentre proseguono le proteste delle opposizioni e di movimenti e comitati contro le diverse misure…
Flavio Briatore, ospite del podcast di Fabio Rovazzi e di Marco Mazzoli, 2046, ha affrontato vari…
Il governo nel presentare il decreto n° 71 del 30 maggio 2024 alla camera, nel…
Nel 2020, un docente di un istituto di Pescara aveva lanciato un allarme infondato circa…
Primo giorno di “scuola” a Strasburgo, dove a tre mesi dall'ultima volta, il Parlamento europeo…