Home Mobilità Chiamata diretta, i retroscena: esito finale entro giovedì 14 luglio

Chiamata diretta, i retroscena: esito finale entro giovedì 14 luglio

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Roba da non credere! Nessuno si aspettava un’interruzione della trattativa a poche ore dalla firma sull’accordo del 7 luglio.

Invece, come un fulmine a ciel sereno, qualcuno ha deciso di cambiare le carte in tavola e di uscire sostanzialmente dai binari dell’accordo che sembrava ormai raggiunto. Ma chi è che secondo i sindacati ha portato sostanziali modifiche all’accordo ipotizzato?

Più fonti indicano che sarabbe l’on. Davide Faraone ad aver imposto l’improvvisa “sterzata”. La modifica introdotta sarebbe quella di consentire ad un dirigente scolastico di chiamare e incaricare triennalmente anche un docente titolare dell’ambito che non avesse proposto la sua candidatura alla scuola, purché con i requisiti richiesti. Questa è, almeno a livello ufficiale, il motivo per cui si sono interrotte le trattative.

 

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Adesso, la prossima mossa spetta proprio a Davide  Faraone. Ma l’inspiegabile cambiamento di rotta del sottosegretario al Miur e del suo ristretto entourage, non lascerebbe ben sperare i sindacati su un esito positivo della questione.

Infatti, rispetto alla bozza di articolato presentata ai rappresentanti dei lavoratori giovedì 7 luglio, in attuazione dell’intesa, nel pomeriggio del 12 luglio è stato comunicata, da parte dei rappresentati del Miur, l’esistenza di  alcune modifiche definite dai sindacati stessi “non trattabili”. Tra queste, appunto, il fatto che il dirigente scolastico possa avanzare proposte non solo a chi chiede la sua scuola, ma a tutti i docenti dell’ambito accedendo al curricolo di tutti.

A cui si aggiunge l’aumento abnorme dell’elenco dei requisiti rispetto a quello iniziale di 30 proposto e mai discusso. Su i requisti, i sindacati non sembravano disposti ad accettare nemmeno i 30 requisiti: avrebbero preferito un elenco molto ridotto, 8-10 requisiti al massimo per evitare la caccia all’acquisizione di titoli e corsetti acquistabili a pagamento al supermercato di chi li fa. A tal proposito, sempre i sindacati fanno notare che già girano proposte “oscene” di corsi  su internet.

Intanto, l’ufficio politico di Faraone minimizza però l’accaduto e parla di piccole incomprensioni, ma anche di pretesti sindacali finalizzati probabilmente a lasciare il tavolo delle trattative.

C’è chi dice anche che l’on Faraone abbia dovuto “compensare” il malcontento crescente da parte di tantissimi dirigenti scolastici e delle organizzazioni sindacali che li rappresentano: questo sarebbe, a quanto pare, il motivo che ha creato lo stallo.

Attendiamo di vedere nel pomeriggio del 13 luglio i segnali che arriveranno: in ogni caso, o si chiude entro giovedì o salta tutto. Perché non ci sono più i tempi.