Categorie: Politica scolastica

Chiamata diretta, il Miur la vuole ma i presidi la boicottano

C’era una volta la chiamata diretta. In realtà c’è ancora. La legge 107 è ancora vigente, ovviamente, ma per quest’anno, pare debba stare in panchina, come già scritto in precedenza.

La questione assume contorni molto incerti, perché da un lato con il decreto sulle nuove assunzioni, che stabilisce il contingente e il cronoprogramma delle operazioni, si parla di immissioni che dovrebbero essere effettuate, tanto per Graduatorie di Merito tanto per GaE, con titolarità su ambito territoriale, seguendo la procedura relativa all’individuazione per competenze da parte del dirigente scolastico.

Ma dall’altra, c’è il fattore tempo che gioca contro, ma soprattutto il boicottaggio dei presidi, che hanno più volte ripetuto di non voler lavorare, come lo scorso anno, fino a ferragosto, con una timeline così stretta.

La protesta dei Ds in realtà, come più volte scritto da questa testata, verte anche su argomentazioni più vaste, come i criteri di valutazione dei presidi, il sistema delle reggenze e, non ultimo, lo stipendio, il più magro dei dirigenti del pubblico impiego.

In precedenza infatti abbiamo dato per certo lo stop alla chiamata diretta, ma il decreto e le esigenze la richiederebbero. La soluzione sembra essere non proprio univoca, ma sicuramente a maggioranza, cioè moltissime scuole, non l’adotteranno e scaricheranno le responsabilità sugli Uffici scolastici, che assegneranno d’ufficio le cattedre ai neoassunti. Alcuni Ds, forse, decideranno di rispettare gli obblighi, ma a quanto pare, si tratta di pochi casi.

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I neoassunti, infatti, verranno chiamati a scegliere l’ambito di titolarità nella provincia secondo punteggio, prima da concorso e poi da permanente, ed in quella stessa sede, per evitare lungaggini e problemi tecnici vari, verranno chiamati a scegliere la scuola in cui essere incaricati.

Ad ogni modo, come scritto in precedenza, le assegnazioni da chiamata diretta o d’ufficio, saranno prima delle assegnazioni provvisorie, evitando il pasticcio dello scorso anno, come ricorda a Repubblica.it  Simonetta Calafiore, a capo del liceo scientifico “Benedetto Croce” di Palermo: “l’anno scorso è stato un flop. Perché dopo avere nominato i docenti sono intervenute le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni col risultato che parecchi dei nominati sono stati trasferiti in altre scuole”. Lavoro inutile che i presidi hanno svolto ad agosto rinunciando alle ferie. E che quest’anno non vogliono ripetere.

Insomma, per portare avanti una mobilitazione già iniziata da mesi, i Ds utilizzeranno il rifiuto della chiamata diretta, appoggiata dai sindacati confederali, oltre che ovviamente dai sindacati dei presidi, come Dirigentiscuola, che nei mesi scorsi aveva messo in atto lo sciopero della fame e adesso torna a parlare: “I nostri dirigenti verrebbero fare la chiamata diretta ma non una finta chiamata diretta quale quella in atto. Grande perdita di tempo che ne contraddice lo spirito o le finalità”.

Chiamata diretta si o no? Lo scopriremo presto.

 

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Fabrizio De Angelis

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