Con molta fatica, dopo mesi di lavoro, il disegno di legge sull’abolizione della cosiddetta “chiamata diretta” fa un importante passo in avanti: nella mattinata del 4 luglio la Commissione Cultura del Senato ha dato il via libera al ddl 763 a firma di Bianca Laura Granato.
Presentato nell’agosto scorso il ddl era rimasto fermo da fine gennaio fino a pochi giorni fa a causa di un lungo braccio di ferro fra Commissione, Miur e MEF. Poi la situazione si è sbloccata.
All’ultimo momento è stato accolto un emendamento sottoscritto da un gruppo di senatori del M5S che rende ancora più esplicita la portata del provvedimento.
Il ddl prevede che, a partire dal prossimo anno, i ruoli dei docenti saranno regionali, spariranno definitivamente gli ambiti territoriali e ritornerà la titolarità sulla istituzione scolastica. In pratica si ritorna alla situazione preesistente alla legge 107.
Soddisfatta la senatrice Bianca Granato del M5S che sottolinea: “Dalle opposizioni solo il NO del Partito Democratico [FI e LEU si sono astenuti, ndr] che ancora insiste a difendere quell’impianto di scuola che parte dal presupposto che i super poteri di un dirigente manager possano compensare gli squilibri cagionati da investimenti minimi e dall’uso improprio delle scuole come strumento di mercato e non come luogo di crescita democratica”.
“Riscriveremo la scuola che questo Paese merita – aggiunge Granato – consultando chi la vive quotidianamente, come abbiamo iniziato a fare a partire dalle consultazioni sul nuovo esame di stato. Dopo le consultazioni farlocche di Renzi, che ha lasciato realmente a TReElle il compito di riformare la scuola, abbiamo tanto da recuperare e da capovolgere”.
Commento favorevole della Uil Scuola: “Bene l’eliminazione, anche dall’ordinamento
giuridico, della chiamata diretta dei docenti e degli ambiti territoriali – dichiara il segretario generale Pino Turi – si tratta del completamento, già avviato in sede di contrattazione sindacale, di un modello di scuola che non abbiamo mai condiviso e che oggi esce anche dall’ordinamento giuridico”.
“Ora – aggiunge Turi – bisogna rimettere mano alla Governance della scuola e dare forma
concreta alla scuola comunità educante, vera alternativa alla Buona scuola”.
Anche i Partigiani della Scuola Pubblica (si tratta di un gruppo di docenti molto radicato in Calabria di cui faceva parte anche la senatrice Granato) si dichiarano molto soddisfatti di questo risultato.
C’è però chi fa osservare che forse si poteva fare qualcosa di più eliminando anche i ruoli regionali per ripristinare i vecchi ruoli provinciali.
Il problema non è puramente nominale perchè ha ricadute importanti soprattutto nei casi di riduzione degli organici: se il ruolo è regionale il docente perdente posto può essere assegnato anche ad una scuola di altra provincia, cosa che non accadrebbe se il ruolo fosse provinciale.
Nei prossimi giorni il ddl verrà trasmesso all’aula del Senato per il voto di questo ramo del Parlamento. Successivamente si andrà alla Camera per il voto definitivo.
Per far sì che il ddl entri in vigore a partire dal prossimo anno scolastico, il Parlamento dovrà lavorare molto celermente.
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