Il cavallo di battaglia della legge 107/2015, che avrebbe dovuto sostituire la mobilità su scuola secondo un regolare punteggio con la titolarità su ambito e i conseguenti incarichi triennali su scuola in base ad un bando del DS, ovvero la cosiddetta “Chiamata diretta”, ha ormai i giorni contati, sta per essere abrogata.
La normativa sulla criticatissima “chiamata diretta” è stata introdotta con la legge 107/2015 e applicata a partire dall’anno 2015/2016 per l’anno scolastico 2016/2017, ripetuta con scarso successo per l’anno scolastico 2017/2018 e poi bloccata contrattualmente con il contratto della mobilità del 26 giugno 2018 per l’anno scolastico 2018/2019.
Ancora in vigore, anche se disapplicato contrattualmente, il comma 79 dell’art.1 della legge 107/2015.
In tale norma veniva specificato che a decorrere dall’anno scolastico 2016/2017, per la copertura dei posti dell’istituzione scolastica, il dirigente scolastico propone gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento, prioritariamente sui posti comuni e di sostegno, vacanti e disponibili, al fine di garantire il regolare avvio delle lezioni, anche tenendo conto delle candidature presentate dai docenti medesimi e della precedenza nell’assegnazione della sede ai sensi degli articoli 21 e 33, comma 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104.
Per il 2018/2019 questo comma perde efficacia, così come perde la sua efficacia il successivo comma 80.
In tale comma 80 era stabilito che il dirigente scolastico formulasse la proposta di incarico in coerenza con il piano triennale dell’offerta formativa, valorizzando il curriculum, le esperienze e le competenze professionali dell’aspirante all’incarico, dando ai Ds la possibilità di svolgere colloqui con i docenti da incaricare.
Per via contrattuale è stato anche annullato, con un tratto di penna, il comma 82 dell’art.1 della legge 107/2015, in cui era spiegato che l’incarico veniva assegnato dal dirigente scolastico e si perfezionava con l’accettazione del docente.
In buona sostanza il contratto della mobilità 2018/2019 ha bloccato l’effetto dei commi 79-80-82 della legge 107/2015, rendendo inefficace la legge sulla chiamata diretta e regolando il transito dei docenti titolari di ambito su scuola, sulla base del loro punteggio di mobilità, della scelta di una scuola dell’ambito e dell’elenco delle scuole dell’ambito a partire dalla scuola scelta.
Sulla falsa riga dell’accordo contrattuale del 26 giugno 2018 che aveva bloccato gli effetti della chiamata diretta, presto sarà pubblicato un d.d.l. proposto dalla Lega, a firma del Senatore Mario Pittoni (Presidente della 7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali), in cui è scritto che vengono abolite le titolarità di ambito e ogni docente tornerà ad avere esclusivamente una titolarità su scuola.
In buona sostanza chi oggi è titolare di ambito ed è incaricato triennalmente su una scuola di quell’ambito, diventerà titolare sulla scuola in cui è stato incaricato. La chiamata diretta verrà abrogata sulla base dell’accordo con i sindacati, mentre, almeno per adesso, resteranno gli ambiti territoriali. Nel d.d.l. Pittoni è prevista la possibilità di modificare, per quanto riguarda l’estensione, da parte degli USR, gli stessi ambiti territoriali. Il tutto potrà essere fatto entro il 31 dicembre 2018. Adesso non resta che attendere la pubblicazione di questo d.d.l., che sarà utile per capire come sarà il contratto dei mobilità del prossimo triennio.
Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, in una lettera pubblica sul quotidiano Il Tempo, spiega di essere pronto…
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…