Chiamata diretta in Lombardia, è corsa contro il tempo
Cominciano a delinearsi i contorni del progetto della giunta della Lombardia di avviare una selezione del personale docente, destinatario delle supplenze annuali, con modalità diverse da quelle attuali che prevedano la scelta dell’insegnante attraverso lo scorrimento delle graduatorie. L’accordo che la regione intende sottoscrivere sperimentalmente con il Miur, che ha scatenato le proteste di sabato scorso a Milano, prevede l’emanazione di bandi su posti vacanti a cui possono comunque partecipare solo i docenti che già risultano iscritti nelle liste di attesa: la novità risiede nel fatto che la scelta non avverrà in base al punteggio ma a discrezione del dirigente scolastico, che incrocerà le esigenze del suo istituto con le competenze del candidato.
La precisazione è giunta durante un convegno organizzato dall’Andis Lombardia, cui hanno partecipato diversi esperti e politici che si occupano attivamente di scuola, tra cui il neo assessore Valentina Aprea ed il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria.
Il confronto è servito a comprendere, in particolare, che la proposta avrebbe il pieno consenso dei dirigenti scolastici. O almeno di quelli aderenti all’Andis. Secondo il presidente del suo consiglio nazionale, Aldo Tropea, “i dirigenti scolastici vivono spesso in termini drammatici l’urgenza di una modifica delle modalità di assunzione e valutazione di tutto il personale”. Ben venga, quindi, che le scuole comincino “a fare esperienza di un meccanismo di scelta, a sperimentare organismi e tempi”.
Ma proprio lo scarso tempo a disposizione appare al momento lo scoglio più grande, se si vuole tentare di rendere attuabile l’ambizioso progetto già con l’avvio del prossimo anno scolastico. A spiegarne le ragioni, sempre durante il convegno, è stato Luca Volontè, responsabile dell’Ufficio organico dell’Ufficio scolastico della Lombardia: l’obbligo per le scuole di determinare l’organico di fatto entro il 31 agosto impedirebbe infatti alle scuole di realizzare il progetto. “È proprio necessario – ha chiesto allora pubblicamente Volonté – aspettare i tempi di operazioni come quelle delle assegnazioni provvisorie o simili? Appare quindi necessario ottenere, da parte del Ministero, un alleggerimento delle rigidità o almeno un anticipo delle scadenze”. Eventualità che appare francamente poco realizzabile: la macchina organizzativa che porta alla copertura delle cattedre necessita infatti di una serie di operazioni consequenziali che prendo avvio con i trasferimenti, passano per le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie, agli eventuali ruoli sono poi all’assegnazione delle supplenze. Il tutto avviene con cadenze ed incastri stabiliti a livello nazionale, davvero difficilmente modificabili.